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Catasto: la riforma passa per un voto. Maggioranza spaccata. Centrodestra si compatta

Catasto

Passa la linea di Mario Draghi, sulla riforma del catasto: la revisione dei criteri di mappatura voluta fortemente dal Premier ottiene il via libera per un voto (23 a 22), ma spacca la maggioranza di governo nella Commissione Finanze dell Camera e ha il merito ( o demerito a seconda dei punti di vista) di ricompattare il centrodestra.

TASSA – Il Pd – che ha votato a favore insieme M5S, LeU e Iv (Marattin, presidente, non vota) cui si uniscono Manfred Schullian (in sostituzione di Nadia Aprile), Nunzio Angiola di Azione e, appunto, Alessandro Colucci di Nci – sostiene che la riforma non aumenterà le tasse sulla casa. Che è invece la tesi sostenuta da Lega, Forza Italia e Coraggio Italia, che votano compatti e con loro si schierano due deputati di Alternativa (Alessio Villarosa e Alvise Maniero). Finisce, come detto, 23 a 22, ma l’ennesimo incidente parlamentare mette a rischio il governo in vista delle successive scelte.

FISCO – In ogni caso, la revisione dei criteri per la mappatura catastale tiene in scacco la commissione Finanze alla Camera per tutta la giornata e alla fine la riforma, così come scritta dall’esecutivo nella delega fiscale, è salva per un soffio. Si profilano, d’ora in avanti, pericolosi scontri su tutto. La Lega ha già annunciato che, perlomeno sul fisco, d’ora in poi si ritiene con le mani libere. La giornata inizia con i tentativi di mediazione di Forza Italia, dopo che ieri era arrivato forte e chiaro attraverso la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra il messaggio del premier: la riforma è dirimente, o si vota o, in sostanza, tutti a casa. All’ora di pranzo il capogruppo azzurro, Paolo Barelli, insieme ad Antonio Martino e Alessandro Cattaneo, presenta a Palazzo Chigi la proposta elaborata insieme alla Lega e sottoscritta da tutto il centrodestra: al capo di gabinetto di Palazzo Chigi, Antonio Funciello, che tiene il filo della trattativa per conto di Draghi insieme al consigliere del premier Francesco Giavazzi, la delegazione di Fi illustra un testo che si concentra sulla caccia agli abusi e sull’emersione delle case fantasma.

BERLUSCONI – Ma non c’è più traccia dei nuovi criteri da affiancare agli attuali per avvicinare le rendite catastali ai valori di mercato, scattando una nuova fotografia del catasto senza automatismi sulla revisione del prelievo. Una proposta “inaccettabile” si affrettano a fare sapere gli altri partiti della maggioranza, perché non contiene la nuova mappatura e che non avrebbe raccolto neanche il favore del governo. Il premier, che aveva già avuto contatti con il coordinatore di Fi Antonio Tajani, nel pomeriggio cerca direttamente Silvio Berlusconi per convincerlo, raccontano da Forza Italia, a non seguire la Lega e a votare con il resto della maggioranza. Ma la casa non si tocca, risponde il Cavaliere, ricordando di essere quello che ha tolto l’Imu. Tiene insomma l’asse Berlusconi-Salvini, il centrodestra si ricompatta anche se rischia di dividersi Fi, con la sconfessione dei ministri che in Cdm, a differenza dei leghisti, avevano votato la delega.

BRUNETTA – Il “voto di Forza Italia è incomprensibile”, dirà infatti a sera Renato Brunetta, parte del “trio draghiano”, come vengono oramai chiamati i ministri dentro Fi. La situazione non si sblocca, la mediazione salta e si va alla conta in commissione sull’emendamento soppressivo dell’articolo 6 della delega del centrodestra unito tranne Maurizio Lupi, che già ieri aveva annunciato di aver ritirato la firma. Finisce 23 a 22. Ma Draghi, ora, rischia di avviarsi in un percorso senza certezze.


Sandro Bennucci

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