Bruxelles: risoluzione del Parlamento Ue contro la Lega per i rapporti con la Russia di Putin

BRUXELLES – L’inopportuno viaggio di Salvini in Polonia continua ad avere effetti negativi nei confronti sia del Segretario che di riflesso sulla Lega, non soltanto a livello nazionale, ma anche europeo. Dal periodico online EuNews traiamo notizie sulla reazione del Parlamento Ue alla visita di Salvini in territorio di guerra, criticata praticamente da tutti. La débacle politica di Salvini a livello nazionale ed ora anche europeo si amplia, dopo le sue inopportune iniziative di recarsi in Polonia, in una zona prossima all’Ucraina. Dopo la maglia con la faccia di Putin sventolata in faccia al segretario leghista dal sindaco (di estrema destra) di Przemyśl, in Polonia, oggi una relazione del Parlamento Europeo ha denunciato gli accordi di cooperazione tra la Lega e il partito Russia Unita.

La relazione in questione è quella a firma Sandra Kalniete (PPE) sulle interferenze straniere nell’Unione Europea, dibattuta ieri in sessione plenaria. Il rapporto ha condannato i tentativi del Cremlino di diffondere propaganda di regime sul territorio dell’Unione attraverso gli organi di disinformazione Russia Today e Sputnik, così come i finanziamenti di movimenti che hanno appoggiato – almeno fino allo scoppio delle guerra in Ucraina – la retorica nazionalista russa. La denuncia di 552 eurodeputati (81 contro e 60 astenuti) spicca a livello nazionale se si vanno a leggere le scelte di voto degli alleati di coalizione della Lega: Forza Italia – senza sorprese – e Fratelli d’Italia hanno deciso di votare a favore della risoluzione. Gli europarlamentari che rispondono a Giorgia Meloni, che peraltro è presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei, votano contro la Lega, ma affermano: “Ci dispiace che le sinistre abbiano voluto utilizzare questa relazione per colpire avversari politici”, afferma FdI in una nota.
Per i suoi contatti con il partito di Putin, la Lega è tra gli attenzionati speciali del Parlamento Ue, tutti della famiglia politica europea di estrema destra di Identità e Democrazia. Tra quelli che hanno firmato accordi di cooperazione ci sono l’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs e il francese Rassemblement National, ma anche il tedesco Alternative für Deutschland e l’ungherese Fidesz (del premier Viktor Orbán) sono sotto la lente di Bruxelles, insieme al partito nazionalista ungherese Jobbik e al fu Brexit Party di Nigel Farage, per i loro stretti legami con il Cremlino e per aver lavorato come “osservatori elettorali” nelle elezioni a Donetsk e Luhansk, nel Donbass ucraino separatista. L’accusa è quella di “legittimare le elezioni sponsorizzate dalla Russia”, ma per tutti e sette anche di essersi messi a disposizione della ricerca di Mosca di “partiti, personaggi e movimenti da utilizzare all’interno delle istituzioni UE per fare pressione per l’alleggerimento delle sanzioni”.
Un’operazione squisitamente politica, orchestrata dalle sinistre europee, ma appoggiata anche dal centrodestra italiano, per motivi principalmente elettorali e di politica interna.
