Pnrr: von der Leyen plaude l’Italia. Le riforme spingono Draghi. E spuntano le pagelle dei ministri
ROMA – Applaude l’Italia, Ursula von der Leyen: Mario Draghi distribuisce ai ministri una lettera della presidente della commissione europea, indirizzata personalmente a lui, in cui esprime grande apprezzamento per “la qualità del piano” dell’Italia. “Caro presidente, caro Mario”, il versamento dei primi 21 miliardi del Next Generation Eu, è un “primo passo positivo” e le riforme messe in campo dal governo “rappresentano importanti progressi per la resilienza economica e sociale” del Paese.
PAGELLE – E spunta anche una sorta di ‘pagella trimestrale’ per i ministeri. Da gennaio a marzo 2022 in sette hanno raggiunto e/o superato il “valore target” di decreti attuativi assegnati (Cultura, Università e ricerca, Politiche giovanili, Affari Esteri, Difesa, Istruzione, Salute); 12 lo hanno fatto in almeno uno dei tre mesi (Presidenza del Consiglio, Economia, Pa, Affari Regionali, Lavoro, Pari opportunità, Sviluppo economico, Transizione ecologica, Transizione digitale, Interno, Sport e Turismo); 3 hanno centrato una percentuale compresa tra il 65% e il 55% degli obiettivi (Giustizia, Infrastrutture e Politiche agricole)
PROGETTI BANDIERA – Intanto, dopo aver approvato il nuovo decreto che aiuterà a centrare gli altri 45 obiettivi entro la scadenza di fine giugno, Palazzo Chigi lancia “Italia Domani #inFatti”, una newsletter per comunicare periodicamente e in modo organico, le principali novità relative al Pnrr: dai bandi attivi fino agli avvisi e alle scadenze. Diversi ministri intervengono sul tema. La titolare degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, incassando subito il plauso del governatore veneto Luca Zaia, prospetta un accordo che punta ad “individuare un ‘progetto bandiera’ proposto da ogni Regione e Provincia autonoma” e a “favorirne la realizzazione”. Il ministero del Lavoro annuncia la nascita “della prima software house pubblica a servizio del welfare”.
DRAGHI – Il ministro Enrico Giovannini (Mobilità) punta a potenziare le ferrovie regionali arrivando a una frequenza di treni ogni 10-15 minuti (dai 40 di partenza). Poi, però, avverte: “i fondi del Pnrr non saranno sufficienti per fare tutta la transizione, potranno orientare le decisioni pubbliche e private” in questa direzione. Affinché con il Recovery tutto fili liscio, il funzionamento della macchina amministrativa sarà centrale. A scattare una fotografia del suo operato, sul fronte dei decreti attuativi, è il sottosegretario Garofoli che, durante l’ultimo Cdm incassa anche il ringraziamento di Draghi. La sua relazione parla chiaro: in poco più di un anno il governo ha smaltito 955 provvedimenti, quasi il triplo dei due governi Conte, più di Renzi (751) e più Gentiloni (404), considerando un periodo analogo. Eppure, la mole di lavoro è enorme, tanto che il documento definisce “necessario” limitare il ricorso ai provvedimenti attuativi, molti dei quali vengono aggiunti in sede di conversione parlamentare. Ma il Premier si dimostra soddisfatto. E tira un sospiro di solievo. Altro che dimissioni!