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Sanzioni Russia: import petrolio in Italia quadruplicato da febbraio

ROMA – L’export di petrolio russo verso l’Italia è quadruplicato rispetto allo scorso febbraio. E due
terzi di questo flusso arrivano nel porto siciliano di Augusta, dove giungono le petroliere che riforniscono anche l’impianto di raffinazione dell’Isab di Priolo, società controllata dalla russa Lukoil. E’ quanto scrive il Financial Times in un’articolo pubblicato sull’edizione online sulla base di informazioni della Kpler, società di raccolta dati sulle materie prime.

Questo mese, si legge nell’articolo, la Russia ha esportato circa 450 mila barili al giorni di greggio verso l’Italia, oltre quattro volte di piu’ rispetto allo scorso febbraio e il quantitativo piu’ alto dal 2013. L’impianto Isab di Priolo e il suo indotto sono la principale fonte di occupazione nell’area e, secondo quanto afferma sul quotidiano finanziario Simone Tagliapietra, esperto del think-tank di Bruegel, se dovesse scattare l’embargo sul petrolio russo la raffineria resterebbe a secco e sarebbe costretta a chiudere. “In questo caso – ha osservato Tagliapietra – in considerazione dell’impatto sulla sicurezza energetica e i posti di lavoro, potrebbe essere necessario procedere a una temporanea nazionalizzazione di questi asset”.

Il quotidiano inglese, attraverso la presentazione dei dati citati, accusa implicitamente il governo italiano da un lato di sostenere le sanzioni europee contro Putin, dall’altro di continuare invece ad importare dalla Russia materia prime, in particolare petrolio.


Ezzelino da Montepulico


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