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Arezzo: smantellata baby gang “Famiglia montana”, 9 misure cautelari

AREZZO – Una vera e propria associazione a delinquere che si faceva chiamare ‘famiglia Montana’, dal nickname usato sui social e ispirato a Tony Montana del film Scarface. Una baby gang è stata sgominata ad Arezzo: la polizia, insieme alla polizia municipale di Arezzo e con l’ausilio di equipaggi del Reparto
Prevenzione Crimine, sta eseguendo nove misure cautelari, delle quali sei custodie in carcere e tre collocamenti in comunità, emesse dal Tribunale per i minorenni di Firenze su richiesta della procura della
Repubblica.
Nel corso delle indagini, coordinate dalla procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze e condotte dalla squadra mobile della Questura di Arezzo e dal Nucleo investigativo della polizia municipale, sono finiti nel mirino nove minorenni, tutti residenti ad Arezzo e di età compresa tra i 16 e i 17 anni, in relazione a rapine, aggressioni per futili motivi, minacce aggravate, commesse a volte anche con l’utilizzo di armi improprie (coltelli, tirapugni, colli di bottiglia) avvenute tra il 2021 e il 2022.
L’ordinanza del gip ha inoltre confermato l’ipotesi investigativa, fa sapere la polizia, che inquadra “la baby gang oggetto d’indagine come una vera e propria associazione a delinquere caratterizzata da posizioni gerarchiche ben definite e con la possibilità di fare carriera al suo interno”.

Un’associazione “estremamente coesa” tanto da essere conosciuta come ”famiglia Montana”, denominazione che deriva dal nickname ”Montana” che alcuni dei sodali utilizzano nei social con chiaro riferimento al personaggio cinematografico Tony Montana del film Scarface.

Secondo l’accusa il modus operandi era sempre lo stesso: la vittima, spesso sola e minorenne, veniva avvicinata con un pretesto per poi ritrovarsi improvvisamente accerchiata dal branco che con violenza si impossessava di telefonini, cuffie o portafogli. Ogni componente ricopriva un preciso ruolo: c’era chi attirava la vittima con un pretesto, chi materialmente l’aggrediva, mentre gli altri fungevano da ”palo” per avvisare sull’eventuale presenza delle forze di polizia. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, a volte le
aggressioni scaturivano per futili motivi anche senza la volontà di impossessarsi di qualcosa, ma al solo scopo di dare sfogo alla violenza o semplicemente per affermare la supremazia territoriale della baby gang in alcune parti del centro storico cittadino specie nella zona di Piazza Sant’Agostino.
Alcune aggressioni infatti sono state compiute per uno sguardo ”sbagliato” o solo perché il gruppo non ”gradiva” la presenza di un ragazzo in Piazza Sant’Agostino, più volte citata nei post diffusi sui social come la loro ”fottuta piazza”. Dall’analisi dei telefoni sequestrati è stata rilevata l’attività di spaccio di stupefacenti del gruppo, già emersa dai numerosi servizi di osservazione effettuati.


Ezzelino da Montepulico


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