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Dante: all’asta un saggio autografo di Ungaretti del 1955. Base di partenza 8-10mila euro

Dante Alla Certosa
Ritratto di Dante del Bronzino

FIRENZE – Ungaretti e Dante vanno all’asta. Sarà infatti in vendita il 16 giugno da Finarte, a Roma, con una stima di partenza di 8.000 – 10.000 euro, un saggio su Dante Alighieri di Giuseppe Ungaretti (1888-1970), 26 pagine manoscritte ricche di revisioni d’autore, vergate in inchiostro verde nella riconoscibile grafia del poeta. Si tratta dell’autografo intitolato “Il Canto I dell’Inferno (1955).

Tre anni prima, nel 1952, Ungaretti aveva preso parte al 47° Congresso della Società Dante Alighieri su “Dante e Ravenna”, con un “Commento al Primo Canto dell’Inferno”, pubblicato poi sulla rivista “Paragone” nel dicembre dello stesso anno. Quella lettura era in sostanza il nucleo originale del manoscritto che andrà all’asta, che venne poi pubblicato in forma definitiva in “Giuseppe Ungaretti. Il Canto I dell’Inferno” nel volume “Letture dantesche” a cura di Giovanni Getto (Sansoni, Firenze 1955).

Parlando di Dante, Ungaretti parla di sé e della propria poesia, di quella condizione di esule/naufrago, alter Enea/Dante, anche lui scampato al naufragio e all’esilio, in perenne ricerca della “terra promessa”. Questo manoscritto ne è la riprova. Non una bella copia, ma una copia di lavoro, fitta di correzioni, revisioni, cancellature e ritocchi, di vario genere. Sin dall’incipit: “Nel tentativo d’interpretazione della Divina Commedia che ora mi proverò di fare, mi riferirò specialmente ai primi due Canti dell’Inferno; ma avendoli Dante proposti quasi per prologo della sua opera, s’intende che è interpretazione da estendersi all’intero poema”.

Questo lungo, iniziale preambolo, scompare nella versione definitiva, andata in stampa; forse Ungaretti lo riteneva quasi pleonastico, superfluo, o magari troppo didascalico. “Chi lo sa. Ai filologi che lavoreranno su queste 26 pagine vergate in inchiostro verde nell’elegante ductus ungarettiano, così fortemente inclinato, l’ardua sentenza – commenta Fabio Bertolo, banditore dell’asta ed esperto di manoscritti di Finarte – A noi resta il piacere di cogliere nel suo farsi e dispiegarsi il pensiero critico – ma pur sempre poetico – del più grande poeta del Novecento, al servizio del suo illustre antenato trecentesco”.


Bennucci

Sandro Bennucci

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