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Inflazione e bollette: il governo interviene per taglio costo lavoro. L’annuncio di Gelmini

ROMA – L’allarme inflazione e il caro energia tornano al centro del dibattito politico. La ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini – intervenuta al Festival dell’Economia di Trento – ha parlato di un possibile nuovo taglio del costo del lavoro per tutelare il potere d’acquisto di famiglie, giovani e pensionati.
«Il governo – ha spiegato Gelmini in un’intervista al Messaggero – ha chiaro che il problema dell’inflazione è serio e occorre difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei giovani e dei pensionati. L’aumento dell’inflazione è drogato dal caro energia. Il governo ha stanziato 30 miliardi, gli ultimi 15 recuperando vecchie risorse. Il punto credo sia aumentare gli stipendi netti, tagliando il costo del lavoro. Questo deve essere il percorso, che può trovare allineata anche Confindustria e le associazioni di categoria. Va difeso anche il sistema imprenditoriale. Le imprese hanno bisogno di un forte taglio del cuneo fiscale».

E sul possibile nuovo intervento di taglio del cuneo fiscale come soluzione per la tutela del potere d’acquisto, la ministra Gelmini ha affermato: «Ci sono delle proposte in campo meritevoli di approfondimento. L’idea di Confindustria di intervenire sul versante contributivo con un taglio per due terzi a vantaggio del lavoratore e per un terzo a vantaggio dell’impresa, mi sembra condivisibile».

Non è tutto. Secondo la ministra Gelmini è necessario anche un intervento definitivo sull’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. «Credo – continua Gelmini – che la manovra che debba riguardare le imprese sia quella sull’Irap. L’Irap la si paga sul valore aggiunto, penalizzando chi il lavoro lo dà e con il paradosso che la devono pagare anche le imprese in perdita. L’Irap è dunque un’imposta da superare, così come ci chiede l’Ue».

La ministra per gli Affari regionali conclude parlando dell’andamento dell’economia nel primo trimestre: «Abbiamo messo in campo dall’inizio dell’anno 30 miliardi di euro senza fare nuovo debito. L’economia nel corso del primo trimestre è andata meglio del previsto. Se è vero che c’è stata una frenata nella produzione industriale, questa è stata probabilmente compensata dall’esplosione dei servizi, che nel 2021 stentavano a ripartire. E l’occupazione ne ha risentito positivamente. Potremmo avere ulteriori spazi di manovra, ma non si può escludere a priori il ricorso a nuovo debito»


Ezzelino da Montepulico


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