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Maggio fiorentino, Chiarot contro Pereira: “Falso che senza di lui ci sarebbe stato il fallimento”

Cristiano Chiarot, ex soprintendente del Maggio Musicale Fiorentino

FIRENZE – Guerra aperta fra l’ex sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Cristiano Chiaropt, e il suo successore, Alexsander Pereira, finito al centro di una vicenda di spese a carico della Fondazione. Chiarot ha scritto una lettera aperta, rivolta a Pereira, per rispondere alle dichiarazioni di quest’ultimo circa la condizione economica del Maggio.

Alexander Pereira, soprintendente del Maggio musicale Fiorentino

“Affermando che senza il tuo arrivo il Maggio sarebbe fallito – scrive Chiarot – scrivi qualcosa che stride con i fatti”. Citando la nota integrativa al bilancio consuntivo 2019, Chiarot ricorda che “il risultato d’esercizio si era chiuso con un avanzo di poco meno 1,3 milioni”, un risultato ottenuto “senza poste straordinarie, senza ammortamenti e dimostrando l’efficacia del percorso di risanamento intrapreso”. La gestione della tesoreria, continua l’ex sovrintendente, ha consentito di “pagare con regolarità le rate del servizio del debito” e di “far fronte a tutte le scadenze fiscali e contributive”.

Il patrimonio disponibile, aggiunge Chiarot, “che nel 2017 era pari a meno 4.951.650, a chiusura del 2019 era di più 1.505.801, e soprattutto erano stati azzerati i debiti con gli artisti” pari a circa quattro milioni. Chiarot rivendica anche “le stagioni liriche e sinfoniche programmate nei dettagli”, il “Festival 2020 con alcuni titoli già stabiliti” e “una saturazione della sala dell’80% per la lirica e 87% per la sinfonica, una biglietteria in forte crescita, una pianificazione di cassa pluriennale che comprendeva pagamento di debiti, stipendi, spese artistiche in maniera regolare”.

“Niente a che vedere – continua Chiarot – con la situazione di fallimento che hai paventato, anzi. Certo il forte debito del Maggio rimaneva, ma, come evidenziano i numeri, avevamo cominciato ad aggredirlo e ridurlo, dopo decenni in cui era solo esploso in maniera incontrollabile”. La situazione, conclude Chiarot, “era equilibrata, preoccupante per lo stock di debito, ma perfettamente sotto controllo grazie anche a una dirigenza di qualità che tu stesso hai riconfermato. Situazione ben diversa, lasciamelo dire, dal contesto da me affrontato nel 2017”.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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