Pensioni rivalutate in anticipo e taglio del cuneo. Ecco i nuovi interventi di Draghi. Col plauso dei sindacati
ROMA – Non sarà ridotta l’Iva sul pane e non verrà rinnovato il bonus da 200 euro, che pure sembrava in rampa di lancio. Il governo cambia strategia e a sindacati e associazioni del commercio prospetta un intervento di tutt’altra natura: per proteggere lavoratori e pensionati dalla corsa dell’inflazione l’orientamento è quello di procedere con un nuovo taglio del cuneo, almeno raddoppiando la decontribuzione già in vigore fino a fine anno, e con l’anticipo della rivalutazione delle pensioni.
DRAGHI – “Non abbandoniamo lavoratori, pensionati, imprese”, ha assicurato prima a Cgil, Cisl e Uil, poi ai commercianti Mario Draghi, incassando la soddisfazione, pur con qualche distinguo, dei sindacati. Le cifre sul tavolo, ha osservato il presidente del Consiglio nei due round di incontri, “non sono banali”. E grazie a quei 14,3 miliardi in deficit, che il Parlamento si appresta ad autorizzare, si potranno concentrare gli sforzi su interventi mirati a proteggere famiglie e imprese dai rincari fino alla fine dell’anno. O comunque fino all’arrivo del nuovo governo. Nel decreto aiuti bis, atteso la prossima settimana, saranno infatti replicate le misure taglia-bollette anche per l’ultimo trimestre, per evitare che dal primo ottobre aumentino le tariffe senza essere calmierate mentre ancora è in corso la transizione politica.
ACCISE – E l’intero pacchetto potrebbe essere rafforzato, sia sul fronte del bonus sociale per energia elettrica e gas, sia su quello degli aiuti alle imprese. Sarà prolungato ancora anche il taglio delle accise sulla benzina, probabilmente fino a fine ottobre anche se c’è chi preme per arrivare fino alla fine dell’anno. Ma il grosso delle risorse andrà a “stipendi netti e pensioni” che potranno essere aumentati “grazie al dialogo sociale”, come ha sottolineato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, al tavolo insieme a Renato Brunetta, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, che ha affrontato anche il nodo delle crisi aziendali a partire da Priolo e Stefano Patuanelli, che ha rivendicato l’estensione delle protezioni al mondo dell’agricoltura.
BONUS – Tra l’altro, il bonus 200 euro, con un costo stimato di 25 milioni, dovrebbe essere esteso ai lavoratori agricoli e ai precari. Per la decontribuzione si parte dall’ipotesi di un nuovo taglio dello 0,8% per i redditi fino a 35mila euro, che si va ad aggiungere allo 0,8 di riduzione del cuneo già in vigore per tutto il 2022 per la stessa platea. Ma si punterebbe almeno all’1% aggiuntivo di taglio, una volta fatti anche i calcoli delle risorse necessarie per la rivalutazione delle pensioni. Le due nuove misure dovrebbero coprire il secondo semestre. Si punta dunque ad anticipare nella seconda parte dell’anno l’adeguamento delle pensioni all’inflazione previsto da gennaio 2023, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto anche dei pensionati.
SINDACATI – Meccanismi, percentuali e platea sono ancora allo studio: il sistema attuale prevede tre fasce per la rivalutazione (100% fino a 4 volte il minimo, pari a 523 euro, 90% tra 4 e 5 volte il minimo e 75% sopra questa soglia). Interventi che soddisfano i sindacati: “L’incontro ha prodotto alcune prime risposte nella direzione da noi richiesta. Credo che la strada sia giusta”, afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che insieme al numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dice stop ai bonus e avanti con interventi strutturali.
IVA – Apprezzamento per le misure arriva anche dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, che però insiste anche sulla necessità di azzerare l’Iva sui beni di largo consumo con un intervento “limitato alle famiglie in difficoltà”. Tutti d’accordo nel chiedere di estendere la tassa sugli extraprofitti anche alle multinazionali della logistica e dell’economia digitale. Un approfondimento sul tema non viene escluso nelle parole del ministro del Lavoro.