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Rifornimenti energetici: la Lega interroga l’Ue per un gasdotto non realizzato, ma la colpa è dei nostri governi

EPA/FILIP SINGER

Tutte le forze politiche stanno facendo pressioni sul governo perché intervenga a favore delle imprese e dei cittadini tartassati dalle stangate dei costi insostenibili per le bollette energetiche. Un’europarlamentare leghista ha chiesto chiarimenti alla Ue in merito alla realizzazione di un progetto di gasdotto che avrebbe portato il gas dall’Algeria a Piombino. Ma la commissaria per l’energia Kadri Simson ha replicato ribaltando l’accusa, come riferisce La Stampa.

Si tratta del Gasdotto Algeria-Sardegna-Italia, più semplicemente Galsi. Un progetto che avrebbe dovuto portare a Piombino (Livorno), attraversando l’isola maggiore, qualcosa come 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Un progetto a cui l’Ue aveva guardato con interesse e su cui Bruxelles aveva deciso di puntare,

Ma nessuno dei governi succedutisi, da Berlusconi 2011 fino a Draghi, sono riusciti a farlo decollare, tanto che la commissaria per l’energia ha avuto buon gioco nel fare dello Stivale l’esempio più lampante di malagestione dei fondi Ue.

La commissaria ricorda che nel 2013, e dunque tre anni dopo la concessione dei finanziamenti comunitari, l’Ue inserì il Galsi nella lista dei progetti di interesse comune. Un modo per stimolare l’Italia ad accelerare su un progetto che alla fine l’Unione europea ha abbandonato, chiedendo indietro i 120 milioni di euro. «I fondi sono tornati al bilancio dell’Ue», ricorda Simson.

Al di là della risposta all’europarlamentare, la figuraccia purtroppo l’ha fatta l’Italia nel suo complesso politico-amministrativo, di ogni colore. Non è certo un buon viatico per la prossima battaglia dell’acquisizione del fondi del Pnrr Italia, per il cui progetto si temono già ritardi non solo delle amministrazioni centrali, ma anche di quelle locali.

Il periodo preelettorale non facilita certo un recupero, né l’attuale governo, in poco più di un mese di tempo, può riuscire a fare quei miracoli che l’Italia non è riuscita a fare finora. Chi avrà responsabilità di governo, dopo il 25 settembre, dovrà rimboccarsi maniche anche su questo tema fondamentale, per il quale è auspicabile, dopo le ruvide schermaglie di questo periodo, un accordo fra le varie forze politiche, per il bene dei cittadini troppo spesso messo in secondo piano.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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