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Politiche migratorie: la Ue non decide e 12 Paesi europei costruiscono 1.700 km di barriere e muri per bloccare i clandestini

BRUXELLES – Il giornale Euronews ha realizzato un’interessante inchiesta sulla politiche migratorie dei vari Stati Ue, ciascuna diversa dalle altre visto che l’esecutivo comunitario finora non ha mai ritenuto di fissare regole comuni. E viene segnalato che ben 12 Stati hanno approntato difese fisiche al loro confine per bloccare gli ingressi dei clandestini. Fra questi anche Francia e Spagna.

Mentre Polonia e Ungheria hanno costruito nuovi muri al confine con la Bielorussia per impedire l’ingresso dei migranti attraverso quello Stato, la Slovenia ha demolito quello costruito a suo tempo per vietare gli ingressi di clandestini attraverso la rotta balcanica.

Come dimostrato dal rapporto citato, che ha tracciato la situazione dei muri innalzati e abbattuti nel 2022 ai confini esterni dell’Ue (736 chilometri contro 116), quella della Slovenia rimane un’eccezione non seguita da nessun altro Paese membro che negli ultimi anni abbia costruito barriere per respingere le persone migranti in arrivo lungo la rotta balcanica, bielorussa o del Maghreb.
Ovviamente la rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia è aperta, essendo quasi impossibile (ha rinunciato all’idea anche la Meloni) organizzare quel blocco navale che costituirebbe una sorta di “muro marino” per bloccare gli ingressi dei clandestini.

Secondo stime approssimative (arrotondate per difetto) la lunghezza complessiva dei muri sul continente europeo – o costruiti dai Paesi europei – è pari a 1.700 chilometri.


Oltre ai più recenti in Lituania e Polonia, anche in Lettonia è in fase di costruzione una barriera in filo spinato di 136 chilometri (con la Bielorussia), a cui si sommano quelle dei Paesi Baltici e della Norvegia con la Russia e con l’exclave di Kaliningrad.
Nella penisola balcanica tra il 2014 e il 2015 sono stati costruiti muri da Grecia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Slovenia e Ungheria per arrestare quella che solo un anno più tardi sarebbe stata definita la “crisi dei migranti”, mentre dal 2020 anche la Serbia ha iniziato i lavori per costruire una barriera al confine meridionale con la Macedonia del Nord: in totale si superano gli 850 chilometri.
Più contenuti i muri delle exclave spagnole nel Nord Africa di Ceuta e Melilla (teatro comunque di numerose tragedie umanitarie), quello che dal 1974 separa in due l’isola di Cipro, i “muri della pace” dell’Irlanda del Nord (che dovrebbero essere abbattuti nel 2023) e la recinzione francese che conduce al porto di Calais, porta verso il Regno Unito.

Insomma, vista l’assenza di regole comuni fissate dalla Commissione Ue, prosperano le barriere antimigranti in ogni capo del vecchio continente. Solo l’Italia accoglie tutti senza colpo ferire, spalancando porti e confini alle migliaia di clandestini che arrivano via mare nel Sud e via terra a Trieste e zone limitrofe. Alcune parti politiche, Ong, associazioni benefiche e religiose spingono per l’accoglienza, ma sarà difficile continuare così, vista la nostra precaria situazione economica e sociale.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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