Meloni l’underdog: quando lo sfavorito vince

Conosce le lingue, Giorgia Meloni: l’avevamo ascoltata in uno spagnolo pressochè perfetto quando si rivolse alla destra di Madrid. Questa volta, nel discorso d’insediamento alla Camera ci ha colpiti la sua profonda conoscenza dell’inglese suo inglese: quando ha sfoderato l’underdog, lo sfavorito che arriva primo al traguardo.
SFAVORITO -Letteralmente ha detto: “Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici”. Giorgia Meloni ha usato, nel suo intervento, il termine anglosassone mutuato dal lessico sportivo per indicare un atleta che partecipa a una competizione e parte sfavorito nei pronostici.
VINCENTE – Poi, invece, il ‘perdente in pectore’ vince a sorpresa. Sbaraglia i concorrenti a dispetto delle previsioni e della scarsa fiducia. E lì ecco che le previsioni vengono stravolte, per il popolo sportivo british scatta l’upset: il perdente taglia il traguardo per primo, in barba a chi aveva scommesso su altri nomi. Esattamente il colpo messo a segno dalla Meloni
GARBATELLA – “Io underdog – ha continuato – stravolgerò i pronostici. Farò ciò che devo”. Con evidente forza d’animo, la nuova presidente del Consiglio ha parlato di sè, ha tenuto a sottolineare, davanti alla Camera, di non essere ricca di famiglia, di essere cresciuta in un quartiere popolare (la Garbatella, ndr) di non aver avuto amicizie che contano che l’hanno spinta verso la poltrona di Palazzo Chigi, di non essere vicina a quei potenti e Paperoni che nell’immaginazione diffusa manovrano il potere da dietro le quinte.
ROMPERE SCHEMI – Un identikit da vera ‘underdog’. E forse alla neo premier ora si potrebbe dedicare la frase di una canzone, quella di Alicia Keys, titolo ‘underdog’, che solfeggia: “Ma io sono stata fatta per rompere gli schemi, l’unico sogno che ho inseguito è il mio”. Si potrebbe anche citare un personaggio dell’antico Carosello, Calimero che alla fine degli sketch non era mai “piccolo e nero”.
