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Brasile: Lula vuole “Opec delle foreste tropicali”. Verso accordo con Indonesia e Congo

Lula, rieletto presidente del Brasile, con Sandro Bennucci, in una foto del 2006, quando l’attuale direttore di Firenze Post venne inviato da La Nazione per un servizio in Brasile

BRASILIA – Sarà insediato come presidente del Brasile, Inacio Lula da Silva, soltanto a gennaio 2023. Ma la sua elezione ha già prodotti cambiamenti, anche nella tutela dell’ambiente. Intanto è stato invitato al Cop27 sui cambiamenti climatici, in svolgimento da oggi, 6 novembre 2022, fino al 18, a Sharm El Sheik, in Egitto. Poi è vicino l’accordo per l’Opec delle foreste. Ossia un’intesa fra le tre grandi nazioni della foresta pluviale tropicale – Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo. La trattativa è mirata a formare un’alleanza strategica per coordinarsi sulla loro conservazione, soprannominata “Opec per le foreste pluviali”.

A riferirlo è il quotidiano britannico Guardian. I tre Paesi ospitano il 52% delle foreste tropicali primarie del mondo, cruciali per evitare la catastrofe climatica, sottolinea il quotidiano ricordando che i colloqui sulla conservazione delle foreste sono una promessa fatta in campagna elettorale da Luiz InacioLulada Silva, eletto presidente del Brasile al ballottaggio del 30 ottobre. L’alleanza potrebbe vedere i Paesi della foresta pluviale presentare proposte congiunte per il mercato e la finanza del carbonio, da tempo un punto critico nei colloqui delle Nazioni Unite sul clima e sulla biodiversità.

Oscar Soria, direttore della campagna del sito web di attivismo Avaaz, ha affermato che l’alleanza potrebbe essere una “Opec per le foreste pluviali”. Prima di essere eletto,Lulaha affermato che qualsiasi alleanza potrebbe essere estesa ad altri Paesi della foresta pluviale, come il Perù e la Cambogia. “Questo accordo potrebbe essere un promettente passo avanti, a condizione che i popoli indigeni e le comunità locali siano pienamente consultati nel processo e che i loro diritti e la loro leadership siano rispettati”, ha affermato Soria. “Questi tre ecosistemi sono fondamentali per la stabilità ecologica del mondo e la risposta per la prosperità di queste foreste risiede nelle persone che ci vivono”.

Carlos Nobre, uno scienziato brasiliano e co-presidente del Panel scientifico per l’Amazzonia (SPA), ha affermato che l’elezione di Lula è una opportunità per la conservazione della foresta pluviale. “Il presidente eletto sta già lavorando con la Repubblica Democratica del Congo e l’Indonesia per proteggere tutte le foreste tropicali del pianeta. Ha anche ribadito l’impegno del suo governo per arrivare a zero deforestazione nell’Amazzonia brasiliana durante la sua presidenza”, ha sottolineato. Le tre nazioni hanno firmato un accordo al Cop26 di Glasgow per fermare e invertire la deforestazione entro il 2030. Tuttavia, i dati di Global Forest Watch mostrano che Brasile, Repubblica Democratica del Congo e Indonesia sono stati tra i primi cinque paesi per la perdita di foresta primaria nel 2021, con 11,1 milioni di ettari persi lo scorso anno.



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