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Manovra: Bonomi, come Landini, attacca il governo. La replica di Giorgetti

Carlo Bonomi presidente Confindustria ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

MILANO – Una manovra senza una visione, a cui mancano interventi anticiclici e forti. Confindustria esprime tutta la propria delusione per una legge di bilancio che, a suo giudizio, penalizza le imprese. Fa la voce grossa Confindustria, che bolla il taglio del cuneo come “risibile” e critica la scelta di indirizzare le risorse su obiettivi “a nostro avviso non prioritari in questa fase e discutibili nel merito”, come flat tax e prepensionamenti, penalizzando così le imprese, dice il presidente Carlo Bonomi.

E si ritrova in sintonia con i sindacati nel criticare un provvedimento considerato privo di direzione e con misure parziali e timide. Si poteva fare di più, è anche il coro che si alza dalle associazioni di categoria e dagli enti territoriali. A tutti risponde il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, che difende l’impianto di una legge di bilancio costruita in poco tempo e in un quadro economico con non pochi rischi: è una manovra “coraggiosa e responsabile”, che sarà utile all’Italia.

Ma che deve fare necessariamente i conti con l’obiettivo di “sostenibilità della finanza pubblica”. E’ lungo questa traiettoria, spiega Giorgetti in oltre due ore di audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, che si muove tutto l’impianto della legge di bilancio. In questo rientra anche la scelta “dolorosa” di dover tagliare l’adeguamento all’inflazione delle pensioni: un intervento che “corregge di circa 10 miliardi nei tre anni l’andamento” in crescita esponenziale della spesa pensionistica. “Avrei preferito non farlo, ma in assenza di questo la quadratura del cerchio non poteva avvenire”, ammette il ministro. Il momento è difficile, spiega: l’economia è in rallentamento e l’impennata dell’inflazione “mette a rischio di sopravvivenza le nostre imprese”, con un impatto sulle famiglie “particolarmente grave” per i redditi più bassi. Ma per Giorgetti “non è condivisibile il pessimismo oggi prevalente” sulle prospettive per la nostra economia.

Già in precedenza Bonomi aveva lanciato lo stesso monito al governo, volendo tutelare le imprese, anche a costo di penalizzare i cittadini. Firenzepost oggi ripete quello che affermò allora commentando le pretese del presidente di Confindustria: “l’Italia può farcela solo se tutti si accollano pesi e sacrifici. Soprattutto quegli imprenditori, grandi e piccoli, capaci di figurare, con la denuncia dei redditi, fra la moltitudine che dichiara meno di 50-70mila euro l’anno. Ossia meno del loro dipendente più pagato”

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