Perù: ragazza di Firenze bloccata con tre amiche su un autobus dalle proteste popolari. Stavano andando in Bolivia

LIMA – C’è anche una ragazza fiorentina, Martina Meoni, nel gruppetto di quattro italiane bloccate, da lunedì 12 dicembre 2022, su un autobus, a Checacupe, nella regione di Cusco, in Perù. Le altre sono Giulia Opizzi, Federica e Lorenza Zani. Erano dirette in Bolivia, sono tre romagnole e una toscana: una di Lugo di Ravenna e residente a Ravenna città, una di Cesenatico e lì residente, una residente a Faenza e la fiorentina Meoni.
Da giorni, il Paese è percorso dalle proteste della popolazione contro la situazione politica, seguite alla destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo per il fallito colpo di Stato con il quale ha cercato di sciogliere il Parlamento. Al suo posto, per guidare il Governo, è stata indicata la vicepresidente Dina Boluarte.Le ragazze, tutte tra i 21 e i 30 anni, stanno bene, assicurano parlando direttamente con LaPresse. Erano dirette in Bolivia, tappa del loro viaggio in Sud America, iniziato lo scorso 26 novembre, quando da Milano è decollato il loro aereo. Le italiane sono in contatto con l’Ambasciata italiana a Lima, mentre alla Farnesina si lavora per risolvere la situazione. Da lunedì, il loro autobus non va né avanti né indietro. Il blocco dei manifestanti, seduti in strada, ha provocato una coda di 15 km di traffico: nessuno passa, nessuno si muove.
Il disagio per le italiane e gli altri passeggeri – per lo più boliviani e giapponesi – è palpabile: l’unico bagno a disposizione è quello dell’autobus, in condizioni igienico-sanitarie molto precarie; in tanti hanno finito i soldi; il cibo nella zona oramai scarseggia. La protesta dilaga anche fuori dai grandi centri, con la differenza che lì, nelle paesini, anche l’intervento delle forze dell’ordine per riportare un ipotetico ‘ordine’ è reso ancora più difficile.
“Ci hanno detto che il loro obiettivo è bloccare l’economia del Paese, così da cacciare via la nuova ministra – dice una delle 4 ragazze bloccate sull’autobus – Non sono armati né pericolosi, ma di sicuro sono agitati”. La ragazza assicura: “Non ce l’hanno con noi”, ma la situazione è complicata. “C’è poco cibo, siamo senza servizi igienici – aggiunge – vogliamo solo che finisca presto”.
