Fisco, violazioni tributarie: prevista possibilità di ravvedimento operoso per evitare sanzioni pesanti
ROMA – La legge di bilancio 2023 ha previsto una nuova possibilità per regolarizzare le dichiarazioni dei redditi purché validamente presentate, pagando con sanzioni ridotte: ecco come funziona. Lo spiega il sito Pmi.it.
Per accedere alla nuova regolarizzazione fiscale prevista dalla Legge di Bilancio 2023, le dichiarazioni dei redditi devono essere regolarmente presentate e, in caso di pagamento dilazionato, sulle rate successive alla prima si pagano gli interessi nella misura del 2% annuo: sono le novità del testo finale della Manovra sulla misura che consente di sanare eventuali errori commessi nelle dichiarazioni dei redditi pagando per intero l’imposta dovuta e gli interessi ma con uno sconto sulle sanzioni. Il riferimento preciso è il comma 174 legge 197/2022.
La nuova disposizione onsente di regolarizzare le dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021, e a quelli precedenti, con il pagamento di un diciottesimo del minimo edittale, oltre all’imposta e agli interessi dovuti.
Le dichiarazioni devono essere state presentate validamente (quindi, non si può utilizzare questa forma di ravvedimento operoso per sanare i casi di omessa dichiarazione), e le violazioni non devono essere già state contestate in alcun modo dall’agenzia delle entrate. Sono esclusi anche i casi in cui siano arrivate comunicazioni da controlli automatizzati. E quelli in cui gli errori sono solo formali (qui, c’è una diversa norma in manovra, commi 166 e seguenti, che consente di sanare con il pagamento di 200 euro per ciascun periodo di imposta). Infine, non si può utilizzare questo strumento per l’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute fuori del territorio dello Stato.
Non bisogna presentare alcuna domanda, la regolarizzazione si perfeziona con il versamento di quanto dovuto, oppure della prima rata. La prima scadenza è il 31 marzo 2023: entro questa data si può o pagare per intero la somma che sana l’irregolarità, oppure versare la prima rata. Il pagamento dilazionato è consentito in un massimo di otto rate trimestrali di pari importo, come detto con interessi del 2% annuo. Le scadenze: 30 giugno, 30 settembre, 20 dicembre e 31 marzo di ciascun anno.
Il mancato pagamento, in tutto o in parte, di una delle rate successive alla prima entro il termine di pagamento della rata successiva comporta la decadenza dal beneficio della rateazione, l’iscrizione a ruolo degli importi ancora dovuti, il pagamento di sanzioni e interessi con decorrenza 31 marzo 2023 (la prima rata). La cartella esattoriale deve essere notificata, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di decadenza della rateazione.
E’ previsto un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate con le regole precise di attuazione.