Qatargate: arrestata la commercialista di Panzeri. Nuove rivelazioni del compagno di Eva Kaili

BRUXELLES – Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente dell’europarlamento, Eva Kaili, ha rivelato che, all’inizio del 2019, Antonio Panzeri avrebbe pensato che, “invece di prendere soldi ‘cash’, sarebbe stato preferibile creare una struttura giuridica” e “gestire così il flusso di denaro in modo legale” e per questo “si è rivolto alla sua commercialista, Monica Bellini”. Questa rivelazione avrebbe portato quindi al nuovo nell’inchiesta belga sul cosiddetto Qatargate.
Mentre lo stesso Panzeri è pronto a “dire tutta la verità” e ha già incassato un patteggiamento (a un anno di reclusione), ieri sera il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e l’aliquota di polizia giudiziaria delle Fiamme Gialle hanno eseguito un mandato d’arresto europeo, emesso dall’ormai noto giudice Michel Claise, a carico della professionista, “consulente” della famiglia Panzeri, per associazione per delinquere, riciclaggio e corruzione.
Monica Bellini, 55 anni, con studio ad Opera (Milano) e che tra le varie cariche risulta far parte dei collegi sindacali di aziende municipalizzate milanesi come Milanosport, Afol e Sogemi, è stata portata a San Vittore e nel pomeriggio, su decisione del giudice Roberto Arnaldi, è passata ai domiciliari. Attende ora l’udienza fissata per fine mese, davanti alla Corte d’Appello di Milano, che dovrà decidere sulla sua consegna al Belgio. La commercialista, come si legge negli atti dell’arresto, “sembra aver svolto un ruolo importante nel rientro” dei soldi ‘cash’ provenienti “dal Qatar creando, insieme a Silvia Panzeri, figlia di Pier Antonio, una struttura di società che desse al flusso di denaro una veste legale”.
A mettere a verbale questo fronte dell’indagine sulla ‘ripulitura’ delle mazzette che avrebbe versato l’Emirato e sulle movimentazioni finanziarie è stato proprio Giorgi, chiarendo che fu una scelta di Panzeri quella di rivolgersi alla Bellini, che “tra l’altro è andata in Qatar” con lui “durante i Mondiali”.
In Italia, ha spiegato il compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili (in carcere anche lei), “è stata creata una società di consulenza, la Equality, che ha fornito servizi per una società con sede in Inghilterra”. E qua spuntano due personaggi. “Fu il ‘palestinese’ – si legge – a suggerire di rivolgersi ad Hakan e alla sua società in Inghilterra, di cui non ricordo il nome. Trattandosi di una società inglese, dovevano essere preparati i documenti in inglese. Il mio coinvolgimento è stato quello di mettere in contatto Panzeri, la sua commercialista e sua figlia Silvia Panzeri (nessuno di loro parlava inglese) con Hakan e Silvia ha preparato le carte come avvocato”.
Con l’arresto della Bellini, intanto, si va verso l’apertura di un’inchiesta autonoma anche a Milano per profili di presunto riciclaggio (ci saranno riunioni di coordinamento tra investigatori e inquirenti). Mentre a Bruxelles l’eurodeputato Andrea Cozzolino, anche lui coinvolto nell’inchiesta, si è autosospeso dal gruppo dei Socialisti. E alla vigilia di un’altra udienza, Eva Kaili ripete di essere “innocente”.
