Turista morto in Santa Croce: pm chiede condanne fino a 18 mesi per i vertici dell’Opera
FIRENZE – Condanne fra nove mesi e un anno e mezzo: sono queste le richieste della Procura al processo per omicidio colposo in corso davanti al Tribunale di Firenze per la morte del turista spagnolo Daniel Testor Schnell, 52 anni, ucciso il 19 ottobre 2017 da un frammento di pietra serena del peso di circa 15 kg
staccatosi dalle navate della basilica di Santa Croce a Firenze. La prossima udienza, con probabile sentenza, è fissata per il 17 marzo.
I quattro imputati, accusati di omicidio colposo, sono l’ex presidente dell’Opera di Santa Croce in carica all’epoca della tragedia, Irene Sanesi (9 mesi), la presidente Stefania Fuscagni in carica dal 2007 al
2015 (un anno), l’ex segretario generale dell’Opera, Giuseppe De Michel (un anno e sei mesi) e l’allora tecnico responsabile della sicurezza, il geometra Marco Pancani (un anno e sei mesi).
Secondo i consulenti della pm Benedetta Foti, la porzione della basilica interessata dal crollo, afflitta da infiltrazioni d’acqua, non sarebbe stata revisionata dal 2005. Da una perizia depositata dai legali che difendono gli imputati, risulterebbe, invece, che negli ultimi 15 anni l’Opera di Santa Croce avrebbe speso almeno 20 milioni di euro per la manutenzione del complesso.
L’Opera di Santa Croce, spiega tramite una nota, “è impegnata, con determinazione, nella missione secolare di tutelare e condividere il valore del complesso monumentale che costituisce un bene prezioso
dell’umanità intera. Questo compito, sempre prioritario, è stato svolto con continuità, indicando, attraverso specifiche direttive, gli obiettivi da raggiungere e assegnando per la loro realizzazione
ingenti risorse economiche. Prendiamo atto con rammarico delle richieste presentate dall’accusa, restiamo fiduciosi nell’esito del giudizio.
Il tragico incidente avvenuto nell’ottobre 2017 all’interno della basilica resta un fatto assolutamente doloroso e, ancora una volta, l’Opera di Santa Croce non può che rinnovare la sua profonda e sincera vicinanza alla famiglia di Daniel Testor Schnell”.
La famiglia del turista spagnolo non si è costituita parte civile perché risarcita con oltre due milioni di euro prima dell’inizio del processo.