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Stop auto benzina e diesel. Salvini: “Follia dell’Unione Europea”

L’Europarlamento ha votato: stop ai veicoli a benzina e diesel, di nuova immatricolazione dal 2035.
L’ok definitivo della Plenaria è avvenuto con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti.  Secondo il testo, i mezzi pesanti nuovi dovranno ridurre le emissioni di CO2 in modo progressivo del 45% nel 2030, del 65% al 2030 e del 90% al 2040.

Come l’altro provvedimento, che vorrebbe case green (con alti costi di ristrutturazione) entro il 2030, anche questo provvedimento è fortemente crirticato dall’Italia. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha affermato: “Decisione folle e sconcertante, contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi. Ideologia, ignoranza o malafede?”.  In un post su Instagram nel quale riporta una foto-composizione con la scritta “Auto a benzina e diesel: stop alla vendita dal 2035” e le immagini dei leader di Pd, M5s e Terzo Polo.

La nuova legislazione – La nuova legislazione è parte del pacchetto Fit for 55 e stabilisce il percorso verso l’azzeramento delle emissioni di C02 per le nuove autovetture e i veicoli commerciali leggeri nel 2035. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono fissati al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni. La Commissione presenterà entro il 2025 una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di C02 durante l’intero ciclo di vita delle autovetture e dei furgoni venduti sul mercato dell’Ue. Entro dicembre 2026, la Commissione monitorerà il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante e di energia, presenterà una metodologia per adeguare le emissioni specifiche di CO2 dei costruttori e proporrà adeguate misure di follow-up. Secondo la nuova legislazione i costruttori responsabili di piccoli volumi di produzione in un anno solare (da 1.000 a 10.000 nuove autovetture o da 1.000 a 22.000 nuovi furgoni) possono ottenere una deroga fino alla fine del 2035. Coloro che immatricolano meno di 1.000 nuovi veicoli all’anno continuano a essere esentati anche dopo il 2035. Dopo il voto finale in Aula, il Consiglio Ue dovrà approvare formalmente il testo prima della sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale. 

Al Pe Fdi-Lega-Fi votano ‘no’ a stop auto inquinanti da 2035 – Maggioranza di governo unita e tutta contraria al nuovo regolamento che prevede lo stop ai veicoli con motore a combustione interna dal 2035. La legislazione non è passata a grande maggioranza e ha visto sgretolarsi l’asse tra Socialisti e Popolari, con il Ppe che a sua volta si è diviso. Al suo interno la delegazione di Fi ha votato compatta per il no e anche Fdi e Lega si sono schierati in maniera omogenea contro l’approvazione. Il nuovo regolamento è passato grazie al sì di S&d, dei Verdi, delle Sinistre e di gran parte dei liberali di Renew. Netto anche l’appoggio della delegazione del M5S. Minoritaria (venticinque membri circa), invece, la fetta del Ppe che ha votato a favore dello stop ai veicoli inquinanti di nuova immatricolazione. I Popolari, in maggioranza, hanno votato contro, inclusa la delegazione azzurra. Ad eccezione di 5 favorevoli e un astenuto anche i Conservatori e Riformisti (co-guidati da Fdi) hanno votato ‘no’, così come il gruppo Identità e Democrazia.

Ppe, rischio ‘effetto Avana’, in strada solo auto epoca – “Il divieto di vendita di auto nuove con motore a combustione a partire dal 2035 porterà ad un ‘effetto Avana’. Dopo il 2035, le nostre strade potrebbero riempirsi di auto d’epoca perché le nuove auto senza motore a combustione non saranno facilmente disponibili o convenienti”. Lo scrive il Partito popolare europeo via Twitter dopo il voto all’Eurocamera sullo stop alla vendita di auto a combustione votato dall’aula a Strasburgo.

Si meraviglia, invece, del voto contrario dei partiti italiani di Centrodestra Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati del Pd: “Gli europarlamentari di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, votano contro il nuovo regolamento Ue sull’emissione di Co2 per autovetture e veicoli commerciali leggeri, mentre i rappresentanti del governo italiano al Coreper hanno dato il via libera al testo dell’accordo. Qualcosa non torna. Ci troviamo di fronte al tentativo di strumentalizzare politicamente una discussione fondamentale per il futuro dell’industria italiana ed europea, serve un’ammissione di responsabilità da parte di chi governa il Paese, invece che nascondersi dietro a una posizione evidentemente incoerente e manchevole di una visione di politica industriale rivolta al futuro”. Però c’è anche da chiedersi chi spiegherà agli italiani, costretti a cambiare auto, perchè l’Europa compie scelte che tendono sempre a pesare sulle tasche di chi paga le tasse ed è costretto a comprare cose che non vorrebbe.
   



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