Skip to main content

Migranti, Meloni: “Stop alla protezione speciale, intesa con Salvini”. Fuga di Uss: Nordio dovrà spiegare. Piano Mattei per l’Etiopia

Ha parlato ad Addis Abeba, Giorgia Meloni, alla fine della sua missione in Etiopia, Paese che ancora porta addosso le cicatrici della guerra nel Tigrè con centinaia di migliaia di morti e oltre 2 milioni di sfollati. La premier ha detto che il governo italiano è pronto a fare la sua parte intensificando gli sforzi per promuovere la stabilizzazione e lo sviluppo del Corno d’Africa, area cruciale per i destini del Continente. E proprio dall’Africa la Meloni chiarisce la posizione del governo italiano che ha deciso di abolire la “protezione speciale”.

Ed ecco le sue parole: “Io mi do come obiettivo l’eliminazione della protezione speciale, perché è una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d’Europa e credo che l’Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee di riferimento”. Ha quindi sottolineato che, su questo tema, le forze di maggioranza remano nella stessa direzione al netto della dialettica parlamentare in corso.

Con Matteo Salvini, ha proseguito Giorgia Meloni, “abbiamo parlato della questione un paio di settimane fa per capire se lavorare come iniziativa di governo o come iniziativa parlamentare. Alla fine abbiamo scelto di far lavorare i gruppi parlamentari, ma non c’è divergenza sostanziale, c’è la volontà di lavorare insieme”.

La premier è intervenuta con parole dure anche sul caso dell’imprenditore russo Artem Uss, fuggito da Milano, dove si trovava ai domiciliari, per fare ritorno a Mosca: “Un fatto abbastanza grave”, sul quale, al ritorno in Italia, si confronterà con il ministro della Giustizia Carlo Nordio “per capire bene come sono andate le cose”.

Secondo la presidente del consiglio, sulla vicenda pesano delle “anomalie”, a partire dalla decisione della Corte d’Appello di concedere al russo gli arresti domiciliari con motivazioni che Meloni bolla come “discutibili”. La presidente del Consiglio tira poi le somme della sua missione in Etiopia: “Il bilancio è ottimo. Ci sarà un ulteriore step a luglio, quando insieme alla Fao ospiteremo il meeting sulla sicurezza alimentare. Crediamo di poter contribuire molto allo sviluppo, alla sicurezza e alla stabilità di questa nazione. C’è grande voglia di Italia”.

Ma i riflettori saranno puntati soprattutto sul vertice intergovernativo Italia-Africa di ottobre, quando il governo italiano alzerà il velo sull’ambizioso ‘Piano Mattei’ più volte annunciato. “L’Italia – ribadisce Meloni – considera il Corno d’Africa un’area di massima priorità. Continueremo a lavorare insieme per costruire un partenariato paritario e reciprocamente vantaggioso”.

“Cercheremo di aiutare l’Etiopia a creare impianti di energia rinnovabile”, fanno sapere dalla delegazione italiana. La partnership tra i due paesi si baserà anche su importanti investimenti nel settore delle infrastrutture, come ricorda su Twitter Abiy Ahmed, il primo ministro etiope premio Nobel per la pace che nel 2020 ha fatto installare all’ingresso del suo palazzo ad Arat Kilo due enormi statue di pavoni come nuovo simbolo della nazione al posto del compianto leone. La lotta all’immigrazione clandestina è uno dei temi affrontati da Meloni nel suo viaggio istituzionale. Il contrasto al traffico di esseri umani, sottolinea Meloni, passa soprattutto per la cooperazione con i paesi d’origine sui flussi regolari e sulla formazione.

E la cornice scelta dalla premier per ribadire questo concetto è la scuola italiana Galileo Galilei, dove la leader di Fratelli d’Italia viene accolta calorosamente dai giovani studenti, pronti a sventolare bandierine tricolori al suo arrivo. Fondato nel 1956, il Galilei è un istituto onnicomprensivo che include infanzia, elementari, medie e superiori: qui le ragazze e i ragazzi iscritti studiano tutte le materie in italiano e in amarico, la lingua locale. Quasi il 90% degli studenti di questa scuola dopo aver completato gli studi si trasferisce in Italia per frequentare l’università. Un presidio culturale che è rimasto aperto nonostante le tribolazioni attraversate dal paese africano nel suo recente passato, dalla guerra alla pandemia di Covid-19 che ha messo duramente alla prova la sua economia.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741