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Morto Harry Belafonte: una leggenda della musica. Sempre in prima fila per i diritti civili

Harry Belafonte sorridente nel 2012 alla cerimonia di consegna del premio alla carrieral Locarno Film Festival (EPA/URS FLUEELER)

NEW YORK (STATI UNITI) – E’ morto oggi, 25 aprile 2023, Harry Belafonte, mito dei diritti civili e dell’intrattenimento che iniziò come attore e cantante rivoluzionario, diventando poi un attivista. Aveva 96 anni. Belafonte è morto a causa di un’insufficienza cardiaca nella sua casa di New York, con la moglie Pamela al suo fianco, ha riferito il portavoce dell’artista, Ken Sunshine.

Con il suo viso luminoso e la sua voce vellutata, Belafonte è stato uno dei primi artisti di colore a ottenere un ampio seguito nei film e a vendere un milione di dischi come cantante. Molti lo conoscono ancora per il suo successo ‘Banana Boat Song (Day-O)’. Ma l’artista forgiò un’eredità più grande una volta ridimensionata la sua carriera di attore negli anni ’60 e seguendo l’esempio del suo modello, il cantante e attivista Paul Robeson, secondo cui gli artisti sono “custodi della verità”. Pochi sono riusciti a tenere il passo con il tempo e l’impegno di Belafonte e nessuno ha eguagliato la sua statura come punto d’incontro tra Hollywood, Washington e il movimento per i diritti civili. 

Belafonte non solo ha partecipato a marce di protesta e concerti di beneficenza, ma ha contribuito a organizzarli e ad aumentare il sostegno nei loro confronti. Ha lavorato a stretto contatto con Martin Luther King Jr., intervenendo spesso a suo nome sia con politici che con altri intrattenitori e aiutandolo finanziariamente. Ha fissato standard elevati per le celebrità di colore più giovani: Belafonte rimproverò Jay Z e Beyoncé per non aver rispettato le loro “responsabilità sociali”. Ha fatto poi da mentore a Usher, Common, Danny Glover e molti altri. Nel film di Spike Lee del 2018 ‘BlacKkKlansman’, Belafonte è stato opportunamente scelto nel ruolo di un anziano statista che istruisce i giovani attivisti sul passato del paese. Belafonte è stato un artista importante sin dagli anni ’50.

Ha vinto un Tony Award nel 1954 per il suo ruolo da protagonista nel musical ‘Almanac’ di John Murray Anderson e cinque anni dopo è diventato il primo artista di colore ad aggiudicarsi un Emmy per lo speciale televisivo ‘Tonight with Harry Belafonte’. Nel 1954, ha recitato insieme a Dorothy Dandridge nel musical diretto da Otto Preminger ‘Carmen Jones’: una svolta, perché per la prima volta era interamente composto da attori di colore.

Il film del 1957 ‘L’isola nel sole’ è stato bandito in diverse città del sud, dove i proprietari dei cinema sono stati minacciati dal Ku Klux Klan a causa della presenza, nel film, di una storia d’amore tra un personaggio di colore, Belafonte appunto, e uno bianco, Joan Fontaine. Il suo ‘Calypso’, pubblicato nel 1955, è diventato il primo album da un milione di vendite ufficialmente certificato da un artista solista. Il lavoro contribuì a diffondere a livello nazionale i ritmi caraibici. Belafonte fu soprannominato ‘Re del Calypso’. 



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