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Commisso: “Lo stadio primo fallimento della mia vita. Non vendo la Fiorentina. Ritiro al Viola Park senza parcheggi”

Rocco Commisso in conferenza stampa

FIRENZE – “La vicenda dello stadio è stato un mio fallimento, il primo della mia vita”. Lo ha detto il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, incontrando oggi i giornalisti a Firenze. E ancora: “Siamo in finale di Coppa Italia, ma fino a oggi non si è vinto niente. Sono scaramantico, andiamo avanti partita dopo partita. La Fiorentina non è in vendita, non ci sono nè arabi, nè nessun altro. Deciderò io quando e come vendere. Ma non sarà a breve”.

“Avevo 24 anni – ha raccontato – quando sono stato eletto presidente degli studenti della mia scuola e allora ho promesso che non sarei mai entrato in politica. Ho grande rispetto di Nardella, ma la politica sta rovinando l’Italia. Fare un progetto come lo stadio Franchi e mettere nel mezzo il Comune, la Regione, lo Stato, l’Unione europea, così tante istituzioni, è una cosa che in America non si vede. Negli Stati Uniti, i piccoli paesi, le città e i Comuni hanno l’opportunità di prendere soldi pubblici dove le tasse non si pagano, e questo è un grande beneficio. Le squadre di calcio, football, baseball sono sempre aiutate dai Comuni perché hanno capito che altrimenti se ne vanno. Fortunatamente qua non è così. Ma la burocrazia è il problema numero uno dell’Italia. Si vede anche in altre città, come Milano e Roma”.

“Il Franchi è un monumento anche se non è all’altezza della vostra Firenze – ha aggiunto Commisso – La città è bellissima, lo stadio no. E non ci aiuteranno mai a realizzare uno stadio in tempi, costi e controlli giusti. In qualche maniera la politica vuole controllare quello che succede, incluso il futuro della Fiorentina. Io devo accettare certe cose, ma non è detto che debba mollare”.

Secondo il presidente viola, “se veniva accettato il progetto Casamonti ad oggi sarebbe finito” e “invece, iniziando ora il progetto, ci vorranno almeno 3/4 anni”. Commisso ha ribadito: “Non metterò soldi nello stadio” con il progetto per il restyling del Franchi che sta portando avanti Nardella. “Non è mio. E’ del comune e se lo fanno loro – ha ribadito il patron viola – Allo stesso tempo abbiamo bisogno di risposte, dove giocherà la Fiorentina? Quanto sarà l’affitto? E’ quasi un anno che domando questo”.

“Sono sempre disponibile – ha detto ancora – a realizzare uno stadio ma alle mie condizioni. Siamo disponibili a vedere se per lo stadio si può fare qualcosa, ma sicuramente non metterò un penny sul nuovo Franchi. Il grande sbaglio che è stato fatto è stato quando l’architetto Casamonti ha fatto quel disegno nel 2019 e il sovrintendente Pessina lo ha frenato e non è stata fatta una guerra: il Franchi non è un monumento”.

“Abbiamo già dimostrato quanto siamo disponibili ad investire nella Fiorentina – ha proseguito – Abbiamo speso 143 milioni per allestire la squadra. Le perdite alla Fiorentina non finiscono mai per i costi che abbiamo e non vedo il giorno in cui le perdite saranno a zero, se non raggiungendo la Champions. Facendo lo stadio, dovremo aspettare quattro anni. La nostra intenzione è quella di essere sempre più competitivi anno dopo anno”.

Viola Park: “I 400 posti del parcheggio non ci sono. Burocrazia anche a Bagno a Ripoli. Ci andiamo in bicicletta o a cavallo? Apriremo comunque anche senza il parcheggio. E il raduno pre campionato lo faremo lì”.”.

“Portare la Fiorentina in Europa nello spazio di quattro anni è stato bellissimo – ha aggiunto Commisso – Ci sono altre proprietà che non sono mai andate in Europa negli ultimi 15-20 anni. Se si vince qualcosa sarà bello, ma parlerò di quello solo se accadrà. Il presidente viola ha sottolineato che “la squadra giocherà 58-59 partite, un record nella storia gigliata: siamo tutti concentrati per il prossimo mese, per vedere se si può vincere qualcosa”.

Commisso ha ricordato come la Fiorentina in un certo momento della stagione è stata criticata per i risultati deludenti. “Ho sempre difeso i miei dipendenti – ha affermato – Non so se tutti i presidenti si prendono tutte le responsabilità come faccio io. Per me quella è stata la svolta: la squadra e lo staff hanno capito che Rocco li proteggeva, ma allo stesso tempo c’era qualcosa da cambiare, e così è stato”. 

Quindi gli interventi di Joe Barone, soprattutto su due punti: “Sappiano tutti che la Fiorentina non è il giocattolo della politica. Italiano? E’ già confermato per la prossima stagione”.

Chiusura con Commisso. Amrabat e Nico Gonzalez resteranno? “Di questo non parlo”. Pradè? “Ha tutto il mio rispetto. Continueremo così”. Tour negli Usa? “No, probabilmente in Europa”. Le proposte di Renzi? “Perchè non le ha fatte 4 anni fa invece di oggi?”. Chiosa finale: c’è stato un nuovo accenno polemico a Urbano Cairo e alla Gazzetta dello Sport, ma il clima con i giornalisti intervenuti alla conferenza stampa è stato più sereno.

Commisso, Fiorentina, nardella, politica, Stadio Franchi


Sandro Bennucci

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