Lavoro, il viceministro: “Meno tasse sulle tredicesime dei dipendenti”. Bene: ma perchè no su quelle dei pensionati?
ROMA – Il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, in audizione alle commissioni riunite Finanze di Camera e Senato sulla riforma fiscale, non ha escluso di “pensare che una retribuzione straordinaria – è tutto da valutare in base alle risorse -come ad esempio la tredicesima” venga assoggettata “ad una tassazione più bassa per mettere più soldi nelle tasche degli italiani nell’ultimo mese dell’anno. E’ una cosa che già c’è nella delega, che dobbiamo sperimentare e vedere come costruirla”.
E quindi ecco la sostanza del progetto: “Si può valutare, un’idea potrebbe essere quella di detassare la tredicesima, dobbiamo trovare le compatibilità finanziarie. Però quello potrebbe essere un beneficio che viene dato ai lavoratori dipendenti in un momento delicato dell’anno. Questa è un’idea, vediamo se a fronte dell’idea si può fare una concretizzazione”. Bene viceministro, visto che la proposta era stata avanzata, nei mesi passati da una delle categorie economiche delo commercio, ossia Confesercenti. Però aggiungo una domanda per giustizia: agli ex lavoratori dipendenti, ossia ai pensionati, non ci pensa? Eppure si tratta di una categoria bistrattata, che ha scarso accesso a scale mobile e spesso lasciati indietro, senza perequazioni sufficienti, nonostante che l’inflazione morda assegni spesso d’annata, ormai insufficienti a garantire un’esistenza dignitosa. Completi la proposta, senza lasciar fuori i pensionati, caro viceministro.
Ma andiamo avanti. Leo ha parlato anche, sempre a proposito dei lavoratori dipendenti, incrementare i fringe benefit”, che oggi sono fermi a 258 euro, cioè le vecchie 500mila lire. “Nel provvedimento del primo maggio, pensiamo di fare in modo che questa cosa venga stabilizzata, abbiamo detto: se il datore dà dei fringe benefit, soprattutto per le bollette o altre emergenze, fino a 3mila euro, il lavoratore le deduce e ne ha un beneficio”.