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Trump incriminato per i documenti riservati che aveva in casa. Udienza martedì a Miami

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WASHINGTON – Donald Trump incriminato per le carte segrete trovate nella sua residenza di Mar-a-Lago. Lo rivela lo stesso ex presidente con un post sul suo social Truth, fra il silenzio del Dipartimento di Giustizia e del procuratore speciale Jack Smith che indaga sull’ex presidente Usa. Per il tycoon – che dovrà presentarsi martedì al tribunale di Miami – si tratta della seconda incriminazione in pochi mesi, dopo quella per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels. E soprattutto di una prima storica: diventa il primo ex presidente nella storia americana ad affrontare accuse di un organismo federale.

Fra le accuse mosse contro l’ex presidente ci sarebbe anche la violazione dell’Espionage Act per aver trattenuto volontariamente documenti legati alla difesa nazionale e non averli consegnati ai responsabili. Lo riportano i media americani.

Dal fortino a Bedminster, in New Jersey, circondato dai consiglieri politici e mentre i suoi legali cercano di capire quali sono le accuse mosse nei suoi confronti, Trump ha lanciato accuse pesanti facendo trapelare la sua rabbia.

“Oggi è un giorno buio per l’America – ha scritto descrivendosi come uomo innocente – Ai primi post è poi seguito un video di quattro minuti in cui l’ex presidente si è rivolto ai suoi sostenitori. Vanno contro un presidente popolare” con la “bufala degli scatoloni. Questa è un’interferenza nelle elezioni a livello più alto. Sono un uomo innocente. Vogliono distruggere la mia reputazione perché vogliono vincere le elezioni” . I capi di accusa mossi contro il tycoon, secondo indiscrezioni, sono in tutto sette e includerebbero la cospirazione, l’ostacolo alla giustizia, ma anche dichiarazioni false e ritenzione volontaria di informazioni di difesa nazionale.

 Accuse federali che gettano gli Stati Uniti – osserva il New York Times – in una situazione senza precedenti dato che Trump “non solo è un ex presidente ma è anche il front runner alla nomination repubblicana alle elezioni 2024 che potrebbe trovarsi ad affrontare Joe Biden, la cui amministrazione sta ora cercando di incriminarlo”.

 L’indagine sulle carte segrete di Trump è iniziata nel 2021, quando gli Archivi nazionali hanno notato che l’ex presidente non aveva consegnato tutti le carte all’uscita della Casa Bianca. Ne è partito un contenzioso sfociato poi nella perquisizione dell’Fbi a Mar-a-Lago lo scorso anno e, ora, nell’incriminazione. La Casa Bianca non commenta le accuse, mantenendo così la linea del silenzio sposata da Joe Biden. per il presidente la partita è particolarmente delicata, visto che si è nel pieno della campagna elettorale per il 2024. I candidati repubblicani alla nomination per ora tacciono, così come il partito. I primi commenti a caldo fra i conservatori arrivano dai fedelissimi dell’ex presidente, che lo difendono a spada tratta e si dicono pronti a dare battaglia.

 “E’ inconcepibile per un presidente incriminare un candidato che lo sfida. Joe Biden ha tenuto documenti classificati per decenni”, ha affermato lo speaker della Camera americana, il repubblicano Kevin McCarthy, che ha definito l’incriminazione di come una “grave ingiustizia”.

 Ma da parte sua Asa Hutchinson, l’ex governatore dell’Arkansas candidato repubblicano alle elezioni Usa 2024, ha detto che Trump dovrebbe mettere fine alla sua campagna elettorale perché le sue azioni “dalla totale mancanza di rispetto della Costituzione alla totale mancanza di rispetto per la legge, non dovrebbe definire il nostro Paese o il partito repubblicano”. Ma il tycoon non molla e mantiene invariato il suo programma di campagna elettorale. Secondo indiscrezioni riportate da Cnn, per ora Trump ha infatti confermato i due comizi che ha in programma sabato, nonostante l’incriminazione.



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