Berlusconi: lacrime e rose bianche. M5S zitti. Renzi: “Non c’è un suo erede politico”
Francesco Boccia, senatore del Pd, di fronte al mazzo di rose bianche e tulipani appoggiati sullo scranno di Silvio Berlusconi (i suoi fiori preferiti) esclama: “Questa è anche la fine di un ciclo politico”. L’aula di palazzo Madama commemora l’ex premier ed è il presidente Ignazio La Russa ad aprire il cassetto dei ricordi. “Berlusconi non c’è più o forse in qualche modo c’è più di prima. Mettiamo nell’angolo gli odiatori impenitenti ed emerge il giudizio sull’unicità dell’uomo”.
Il Movimento 5 Stelle è presente in aula al gran completo ma sceglie il silenzio. “Per rispetto nei confronti della famiglia e della comunità politica che ha perso il suo leader, i parlamentari del MoVimento 5 Stelle siederanno sui banchi dell’opposizione. Allo stesso tempo però, senza alcuna forma di ipocrisia, e in linea con i nostri valori e la nostra storia, nessuno dei parlamentari prenderà la parola – recita fredda una nota dei senatori pentastellati – Abbiamo già nei giorni scorsi espresso la nostra opinione rispetto alla storia politica di Berlusconi e su questo non abbiamo cambiato idea”.
Il primo a prendere la parola è Antonio Tajani. Ricorda “l’uomo di Stato e di Governo”, l’amico “combattente della politica, che ha sempre rispettato sempre e comunque tutti gli avversari”. Accanto a lui, sugli scranni del Governo, ci sono Matteo Salvini, Roberto Calderoli, Matteo Piantedosi. Tutti leghisti. I ministri azzurri Paolo Zangrillo e Anna Maria Bernini hanno scelto di sedere tra i banchi del gruppo. Non ci sono ministri di FdI, annotano i cronisti sui taccuini. In rappresentanza della famiglia e di Marta Fascina c’è Gianni Letta, quasi a vestire i panni di braccio destro del Cavaliere anche nell’ultimo passaggio, di saluto, in Parlamento. Ascolta tutti gli interventi dalla piccionaia, ringrazia tutti a mani giunte.
Licia Ronzulli legge un discorso preparato con cura. “Oggi non parlerò a braccio. Non ne sarei capace – spiega – perché travolta dal dolore e perché il presidente Berlusconi mi ha insegnato che nelle occasioni solenne non si parla a braccio, e questa è un’occasione solenne”. Ricorda il leader “geniale”, il “condottiero delle imprese impossibili”. Poi l’esperienza più personale: “Per me camminare al suo fianco, caro dottore, apprendere dalla sua saggezza, imparare a ridere degli insulti, è stato un privilegio assoluto di cui sarò infinitamente grata alla vita”, conclude, commuovendosi. Mario Monti ricorda come sia stato Berlusconi a introdurlo “al servizio della Cosa pubblica. Mi ha cambiato la vita”, ripete.
Pier Ferdinando Casini tenta la via dell’oggettività: “Gli faremmo un torto se non lo ricordassimo per ciò che è realmente stato: un uomo che voleva piacere ma che in molti passaggi della vita repubblicana è stato assai divisivo. Proprio per questo la sua figura ha plasmato il bipolarismo italiano. Potremmo definirlo ‘il grande alibi’ della politica italiana. Alibi per la sua coalizione e per gli avversari, che si sono crogiuolati nel sacro Graal dell’antiberlusconismo. Sarà la storia, come per tutti i grandi protagonisti, a dare il giudizio nel suo complesso”.
Onore delle armi ma nessuna lode ipocrita da parte di Verdi e Sinistra. Berlusconi “è stato un leader politico tra i principali protagonisti della vita pubblica del Paese. Il principale avversario per la sinistra italiana per molti decenni- riconosce Peppe De Cristofaro – pensiamo che non sia stato giusto trasformare il funerale di un leader divisivo e chiaramente di parte in una cerimonia di santificazione usata per esaltare i suoi eredi politici oggi al governo”.
Di tutt’altra idea Matteo Renzi: “La sinistra deve riconoscere in Berlusconi un unicum: qualcuno ha detto che i tg hanno parlato troppo di lui in questi giorni, la verità è che la sinistra ha parlato troppo di lui in questi anni”, mette subito in chiaro, prima di ribadire che “un erede di Silvio Berlusconi non esiste”. La chiusa è di quelle fatte per strappare applausi: “Da lui ho capito che il più grande lusso della vita sono i rapporti umani. Io quello mi porto dietro di Silvio Berlusconi”, dice, incassando la standing ovation e i ‘bravo’ dei parlamentari di FI.
Matteo Salvini accenna la polemica: “Mi spiace che non tutti prendano la parola in quest’aula ma è il bello della democrazia”, ma poi è il sentimento a prevalere: “Anche io come Licia leggo, perché non si va a braccio quando si parla di questioni personali”, dice. E’ per l’intervento di Julia Unterberger, però, che un po’ cresce la tensione. “Da femminista non posso tacere come Berlusconi abbia fortemente danneggiato l’immagine della donna italiana”, azzarda la senatrice del Gruppo per le Autonomie suscitando le proteste della maggioranza. “Io non l’ho mai conosciuto personalmente”, ammette lei. “E si vede”, la replica che si leva dai banchi dei parlamentari azzurri. Pace fatta quando Unterberger riconosce che “c’è una cosa” che ha apprezzato del Cavaliere, “il suo amore per gli animali”.
“Silvio Berlusconi lascia sicuramente un vuoto nella politica italiana. Oggi è il giorno del ricordo, lo facciamo con rispetto, ma diversa resta la nostra visione della società italiana”, si limita a dire Francesco Boccia, capogruppo Pd, manifestando solidarietà alla famiglia e alla comunità di FI. Tocca al presidente dei senatori di FdI Lucio Malan, ex FI, chiudere la commemorazione. Si rivolge al Cavaliere dandogli del tu: “Grazie per quello che hai fatto, per come sei stato. Il tuo ricordo ci darà ulteriore forza per lavorare per quell’Italia che tu hai tanto amato”. L’Aula applaude Berlusconi un’ultima volta. Il parlamentari del M5S restano fermi, impassibili, in silenzio.