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Vescovo di Prato: “I cittadini tornino a votare”. L’omelia di Santo Stefano

(foto dal sito della Città Metropolitana di Firenze)

PRATO – Il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini, nel corso dell’omelia di oggi, 26 dicembre 2023, giorno del patrono Santo Stefano, ha lanciato un invito ai presenti, in particolare ai rappresentanti delle istituzioni cittadine, in vista delle prossime elezioni amministrative che si terranno nella primavera del 2024. “Prima di un risultato auspicato da ognuna delle parti in competizione, credo dobbiamo farci carico di una emergenza preoccupante – ha detto Nerbini -. Cinque anni fa, al primo turno delle comunali parteciparono il 68,51% dei cittadini, percentuale scesa al 56,49% nel ballottaggio di giugno. La vera difficoltà da affrontare e abbattere è la disaffezione dei nostri concittadini all’atto fondamentale della vita democratica”. Il vescovo ha chiesto uno scatto in più verso “un vero processo di inclusione di tutte le comunità straniere” affinché si realizzino “forme partecipative alternative ma importanti per chi al voto non può accedere”.

A questo proposito monsignor Nerbini si è chiesto: “Come si può invitare alla costruzione della casa comune chi non si sente parte di essa o si trova al margine e si accontenta di stare alla finestra a guardare e di usufruire di beni e servizi?”. Secondo il presule questo compito ci deve vedere “uniti e collaborativi”. E sul dibattito che arriverà in vista della competizione elettorale, il vescovo ha invitato “a restituire agli abitanti dei nostri Comuni, una immagine nuova anche del confronto sui grandi temi di attualità”.

Nerbini ha affermato che per lui è molto doloroso “sentire gettare indiscriminatamente fango su organismi e persone”, in particolare sui social. L’auspicio verso un recupero del “seme buono dell’interesse” nei confronti della cosa pubblica, ha detto in conclusione, potrà avvenire chiedendo “a coloro che detengono il potere del servizio, di un supplemento di luce, di coraggio, di intelligenza che consenta di discernere il bene da perseguire e permetta di camminare, a volte in maniera solitaria, su strade non condivise e spesso incomprese e contestate”.



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