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Mugello: via libera per il Parco eolico. Il Tar ha respinto i ricorsi di Italia Nostra e Cai

(foto Legambiente Toscana)

FIRENZE- Il Tar ha respinto i ricorsi contro l’impianto eolico sul monte Giogo di Villore in Mugello. “Oggi è un giorno nero per la natura toscana e italiana. Ma la resistenza alla colonizzazione industriale di natura e paesaggio non finisce con questa sentenza, anzi è appena iniziata”, assicurano in una nota congiunta Italia Nostra e il Cai Firenze, le cui istanze sono state bocciate dalla giustizia amministrativa.

Il collegio giudicante, spiegano, “ha dichiarato il ricorso improcedibile per essere stato presentato mentre l’autorizzazione era sospesa. Su questa interpretazione del tribunale cercheremo di fare chiarezza nei prossimi giorni e di valutare se sono possibili passi legali per ottenere una giustizia più sostanziale”. In questa vicenda, peraltro, “siamo stati consapevoli fin dall’inizio che il ricorso alla giustizia amministrativa non è la via maestra per correggere scelte che riteniamo profondamente sbagliate”. Che sul tema, però, il fronte ambientale sia spaccato lo dimostra la posizione di Legambiente, di fatto diametralmente opposta ai ricorrenti.

Il parco, si spiega, “contribuirà a tagliare 40.000 tonnellate l’anno di emissioni di Co2”, attraverso “sette aerogeneratori con una potenza installata complessiva di quasi 30 megawatt, che produrrà energia pulita per circa 100.000 utenze”.

Legambiente, che inserisce l’operazione tra i “cantieri della transizione ecologica” italiana, accoglie “con soddisfazione la notizia dello sblocco del progetto eolico di Villore, perché la crisi climatica ci obbliga ad adottare contromisure risolute e coerenti non solo in tema di adattamento, ma anche nella mitigazione”, sottolineano Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente presidenti nazionale e regionale di Legambiente.

Ed è positivo anche il giudizio degli ingegneri fiorentini: “Gli impianti eolici possono essere compatibili con l’ambiente e con il paesaggio se ben progettati”, interviene Stefano Corsi, coordinatore della commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli ingegneri di Firenze. “In Italia un iter autorizzativo può durare anni e capita anche che un progetto con valutazione di impatto ambientale sia rimesso in discussione. Tutto questo- prosegue- produce ritardi nella transizione energetica alle fonti rinnovabili, così nel frattempo si continua a produrre con fonti fossili”. L’Italia, così, “rimane indietro rispetto agli altri paesi dell’Unione europea e ai propri programmi nella realizzazione di impianti a fonti rinnovabili: nel 2023 dovevano essere realizzati nuovi impianti per 9-10 gigawatt, invece ne sono stati realizzati meno della metà”.

In questo senso, “l’attenzione alla compatibilità territoriale è giustissima, ma se si traduce in un no a priori rischia di essere sterile. Peraltro, utilizzare le previste forme di partecipazione alla definizione di migliori misure di mitigazione ambientale consentirebbe di avere progetti migliori sotto tutti i punti di vista”.



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