Molotov contro consolato Usa: ventiduenne fermato per pericolo di fuga all’estero (foto)

FIRENZE – E’ stato fermato per scongiurare un eventuale pericolo di fuga, il ventiduenne (non ventenne come scritto in un primo momento), fiorentino ma di origini giordane, perquisito questa notte, 3 febbraio 2023, per il lancio delle molotov presso la sede del consolato Usa di Firenze e il seguente video di rivendicazione. L’ipotesi di reato è atto di terrorismo con ordigni, con l’aggravante di aver agito di notte ed esponendo a pericolo la pubblica incolumità.
“Il provvedimento di fermo eseguito – spiega il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, in una nota – e’ stato emesso sussistendo, a giudizio di questa Procura della Repubblica, gravi indizi di reita’ a carico della persona indagata in relazione ai fatti-reato sopra esposti, alla luce delle complesse e tempestive indagini svolte dalla polizia giudiziaria della Sezione Anticrimine dei CC del Ros di Firenze, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze, del Centro Operativo della Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana e della Digos di Firenze, le cui forze hanno operato in stretta sinergia e sotto la costante direzione e coordinamento di questa Procura della Repubblica.

Gli elementi investigativi alla base del decreto di fermo sono plurimi e convergenti – derivanti da indagini di tipo tradizionale ed informatiche – e consentono di ritenere, con elevato grado di probabilita’, la riferibilita’ soggettiva delle condotte illecite, incluso il video di rivendicazione, al soggetto nei cui confronti e’ stato disposto il fermo. Parimenti si e’ ritenuto sussistente il concreto pericolo di fuga per la ritenuta possibilita’ di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immediato riparo.
Il giovane, secondo le indagini sin qui condotte, “lanciava dispositivi esplosivi, consistenti in bottiglie molotov, dall’incrocio tra via Palestro e Corso Italia, all’indirizzo del consolato americano, ubicato in via Amerigo Vespucci, in Firenze, cosi’ ponendo in essere atti diretti a danneggiare la struttura del consolato e le pertinenze dello stesso. Con l’aggravante – prosegue la procura – di aver commesso il fatto in circostanze di tempo (notte) idonee a impedire la pubblica e privata difesa, esponendo a pericolo la pubblica incolumita’, in ragione dell’area di consumazione del fatto, sulla pubblica via, ad alta intensita’ abitativa, con compresenza nella zona di autovetture che laddove attinte dalle bottiglie molotov avrebbero potuto determinare un effetto di potenziamento esponenziale delle fiamme”.

Il giovane sottoposto al fermo “e’ altresi’ indagato del reato di cui 4 L. 895/67 (come sostituito dall’art. 12 Legge 14 ottobre 1974, n. 497), e 61 n. 2 e 5 c.p., poiche’, al fine di eseguire l’attentato di cui al capo che precede, portava in luogo pubblico due dispositivi esplosivi, consistiti in due bottiglie molotov – da considerarsi comprese tra i ‘congegni micidiali’ e pertanto equiparate, agli effetti della legge penale, alle armi da guerra – per lanciarle contro il perimetro della sede del consolato americano. Con l’aggravante di aver commesso il fatto in circostanze di tempo (notte) idonee a impedire la pubblica e privata difesa”.
AGGIORNAMENTO DELLE 21,15
Due molotov lanciate contro il consolato Usa la notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio. Poi il video di rivendicazione sul canale Telegram ‘The whole world is Hamas’ con il monito allo governo Italiano di non fornire appoggio allo stato di Israele.
Dopo tre giorni di indagini, gli investigatori di Digos, Ros, Carabinieri del comando provinciale e della polizia postale di Firenze, hanno individuato e fermato il presunto autore dell’attacco e della rivendicazione. Il provvedimento, su ordine del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del pm della Dda Lorenzo Gestri per atto di terrorismo con ordigni aggravato dalla minorata difesa, è scattato per un 21enne italiano, figlio di una coppia giordana, abitante nel Fiorentino.
Per l’accusa il giovane avrebbe lanciato le due molotov agendo di notte “sulla pubblica via in una zona ad alta presenza abitativa con presenza di autovetture” con il rischio di “determinare un effetto d potenziamento esponenziale delle fiamme”. Circostanze “idonee a impedire la pubblica e privata difesa”. Il giovane è anche indagato per porto delle due molotov, ritenuti dalla Procura “congegni micidiali da equiparare alle armi da guerra”. Anche in questo caso è contestata l’aggravante della minorata difesa. E’ stato fermato sulla base di “gravi indizi di reità”, “elementi investigativi plurimi e convergenti”.
Inoltre i pm ritengono che ci sia il “concreto pericolo di fuga”, poiché il giovane potrebbe “procurarsi collegamenti con l’estero” e trovare “luoghi di immediato riparo”. Il 21enne, nato in Italia, non ha avuto mai problemi con la giustizia. Vive in un appartamento con la famiglia a Dicomano, dove lavora e studia. Proprio in quell’abitazione la notte scorsa gli investigatori hanno eseguito una perquisizione e sequestrato pc, cellulari e sim. Inoltre, sarebbero stati trovati abiti imbevuti di liquido infiammabile e un giubbotto mimetico, identico a quello utilizzato per il video al momento della rivendicazione.
Gli investigatori della Polizia postale, partendo dal canale Telegram hanno seguito le tracce telematiche e sono arrivati a lui, amministratore del canale ‘The whole world is hamas’ sul quale è stato postato il video di rivendicazione – inviato anche a tre media, Tgr Rai Toscana, Report e Firenze Today – e altri due messaggi tra l’1 febbraio e ieri.
“E’ stato rinchiuso a Sollicciano ed è molto scosso, ma è in attesa dell’udienza di convalida del fermo prevista nei prossimi giorni – spiega l’avvocato Chiara Bandini, legale d’ufficio del 21enne -. E’ un ragazzo intelligente ed educato e ha una famiglia che non intende abbandonarlo in questo momento”.
Sorpreso e dispiaciuto il sindaco di Dicomano, Stefano Passiatore: “Mai si sono verificati episodi che facessero immaginare la presenza a Dicomano di persone in grado di compiere tali gesti. Non conosco il ragazzo – aggiunge Passiatore -, ma le accuse ipotizzate dalla Procura sono pesanti e gli indizi appaiono importanti. La giustizia deve fare il suo corso”.
Nei prossimi giorni ci sarà la convalida del fermo: “Avremo modo di capire come si sia potuti arrivare a tanto”. Un grazie alle forze dell’ordine è arrivato dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi: “Sono riuscite, grazie a un efficace lavoro di indagine a risalire al responsabile che aveva minacciato di compiere altri attentati”.
