Trump shock: posta video con Joe Biden legato e imbavagliato. Far West? Abramo Lincoln non evocava la forca
E’ vero che chi perde il potere, soprattutto se si tratta della poltrona dello studio ovale della Casa Bianca, rischia di perdere la tramontana dalla bramosia di riconquistarlo. Ma Donald Trump, stavolta, ha superato se stesso: ha postato sul suo social Truth un video di 20 secondi con l’immagine di un Joe Biden fatto prigioniero, disteso su un fianco e legato con una corda mani e piedi. Mi è tornato in mente Aldo Moro, fatto ritrovare dalle Brigate Rosse nel bagagliaio di un’auto.
Alcuni media americani hanno rievocato il Far West. Uno scherzo! Ma non mi risulta che Abramo Lincoln pubblicasse avversari politici appesi alla forca, nonostante che quasi tutti girassero con la pistola nella fondina. Nacque povero nel Kentucky, autodidatta, divenne avvocato nell’Illinois. Sfidò il suo avversario, leader del Partito Democratico, Stephen A. Douglas, dicendo no all’espansione della schiavitù nei territori dell’Ovest.
Ma torniamo a Trump. L’immagine appare dipinta sul portellone posteriore di un pick-up con bandiere americane e adesivi pro Trump che sfreccia su un’autostrada. Lungo ‘Long Island, New York’, scrive il tycoon, nel giorno in cui ha partecipato ai funerali di un agente ucciso durante un controllo, mentre il suo rivale democratico metteva a segno una raccolta fondi record da 25 milioni di dollari insieme a Barack Obama e Bill Clinton nell’iconica Radio City Hall di New York.
Immagini simili circolano da mesi sui siti di destra, sui social – compresi Instagram, Reddit e X – e persino in eventi dei conservatori. E sono in vendita online come adesivi da attaccare sulle auto. Ma il fatto che il candidato repubblicano per la Casa Bianca le cavalchi ha sollevato una bufera.
“Questa immagine postata da Donald Trump è il tipo di schifezza che pubblichi quando inviti a un bagno di sangue o quando dici ai Proud Boys di ‘stare dietro e di restare a guardare”, ha commentato Michael Tyler, direttore della comunicazione per la campagna di Biden, riferendosi alle parole usate dall’ex presidente e al gruppo di estrema destra coinvolto nell’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021.
“Trump incita regolarmente alla violenza politica ed è ora che la gente lo prenda sul serio, basta chiedere ai poliziotti del Campidoglio che sono stati attaccati mentre proteggevano la nostra democrazia il 6 gennaio”, ha aggiunto. Gli ha risposto il portavoce della campagna del tycoon, Steven Cheung:
“Quell’immagine era sul retro di un pick-up che viaggiava lungo l’autostrada. I democratici e pazzi lunatici non solo hanno invocato una spregevole violenza contro il presidente Trump e la sua famiglia, ma stanno effettivamente utilizzando come arma il sistema giudiziario contro di lui”. Lo staff dell’ex presidente ha citato anche recenti dichiarazioni di Biden per difendere la retorica incendiaria di The Donald, ricordando che il commander in chief lo ha accostato ad Hitler.
Ma Biden non è mai sceso sul terreno dell’offesa o della violenza, al massimo usa l’ironia o il sarcasmo. Trump invece ha una lunga storia nel condividere e promuovere immagini violente dei suoi nemici. In ottobre ha postato un video manipolato in cui lanciava una pallina da golf che colpiva Biden gettandolo a terra (simile a quello del 2017 con Hillary Clinton come bersaglio). I clip in cui mostra che il suo avversario balbetta e inciampa non si contano più. Lo scorso aprile invece pubblicò un’immagine di sé con in mano una mazza accanto al procuratore di Manhattan Alvin Bragg, mentre nel 2017 si calò nei panni di un lottatore di wrestling che picchiava un uomo il cui volto era coperto dal logo dell’odiata Cnn.
Anche la sua retorica verbale è violenta: recentemente ha accusato gli immigrati di non essere persone e ha ammonito che ci sarà “un bagno di sangue” se non sarà eletto. Una minaccia sempre più temuta, dopo che ha promesso ai suoi fan di essere la loro “vendetta”. C’è chi alza le spalle e commenta: “Questa è l’America!”. No, la sua faccia peggiore.