Toscana, rapporto di Bankitalia: economia con il freno a mano tirato

Ha il freno a mano tirato, l’economia della Toscana. Lo rileva il rapporto di Bankitalia. Che parla anche di un manifatturiero in flessione. Così, in base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter), la Banca d’Italia rileva che l’aumento del prodotto toscano è stato appena dello 0,6 per cento, più contenuto rispetto a quanto osservato in Italia (0,9); la crescita è stata sufficiente a completare il recupero dei livelli di attività persi nella crisi pandemica. E’ questo, in sostanza, il documento su “L’economia della Toscana”, redatto dalla sede di Firenze della Banca d’Italia e diffuso oggi, 18 giugno 2024. Secondo l’indicatore coincidente Regio‑coin Toscana, che coglie l’andamento della componente di fondo del ciclo economico, nel 2023 è proseguita la debole fase congiunturale avviatasi nella seconda metà del 2022; il recupero dell’indicatore nel primo trimestre dell’anno in corso segnala una stabilizzazione del prodotto al netto delle componenti più erratiche. Sul quadro congiunturale continuano a gravare le deboli prospettive macroeconomiche e l’incertezza della situazione geopolitica internazionale, acuitasi con la crisi in Medio Oriente.
DOMANDA DEBOLE – Le imprese manifatturiere hanno registrato una flessione della produzione e delle vendite, ascrivibile soprattutto alle piccole e medie aziende e al comparto della moda. Un andamento più favorevole ha interessato quelle di grandi dimensioni, grazie anche alla presenza di multinazionali, maggiormente aperte al commercio estero, più produttive e più innovative. La debolezza della domanda globale e l’incertezza geopolitica hanno condizionato le esportazioni, che sono lievemente diminuite in termini reali (-0,6 per cento), con cali significativi nella moda.
RECUPERO – Dopo il consistente recupero post-pandemico, l’attività del settore edile ha registrato un rallentamento, concentrato nel comparto residenziale privato, in un contesto di rimodulazione delle agevolazioni fiscali; un andamento più favorevole ha riguardato la realizzazione di opere pubbliche, sostenute dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’attività del terziario, frenata anche dal calo del potere d’acquisto, ha segnato una marcata decelerazione. I flussi turistici sono ancora cresciuti, sebbene nella sola componente straniera, mentre la riduzione dell’attività industriale si è riflessa negativamente sui traffici commerciali negli scali toscani. Il tasso netto di natalità delle imprese regionali è ulteriormente calato nello scorso anno, mantenendosi più basso della media nazionale. La Toscana si contraddistingue altresì per una minore incidenza di nuove imprese con elevati tassi di crescita, anche a parità di settore.
LIQUIDITA’ – Le aziende regionali ad alta crescita, più concentrate nella manifattura e nei trasporti e meno nei servizi di alloggio e ristorazione, sono caratterizzate da una compagine sociale più giovane e da una maggiore quota di capitale detenuta da persone giuridiche, da uomini e da stranieri. Nonostante il rallentamento congiunturale e l’aumento degli oneri finanziari, la redditività è stata favorevole per la gran parte delle imprese toscane, che hanno beneficiato dei minori costi energetici. La liquidità, sebbene in lieve riduzione, è rimasta su livelli storicamente elevati, contribuendo a contenere la domanda di nuovi finanziamenti; ne è derivato un calo dei prestiti bancari al settore produttivo (-3,6 per cento a dicembre), diffuso tra comparti e classi dimensionali. È inoltre proseguita la riduzione della quota di crediti a imprese con maggiore probabilità di default. Il processo di restrizione monetaria si è riflesso in un generalizzato aumento dei tassi di interesse applicati ai finanziamenti, per fini sia di liquidità sia di investimento. La maggiore incidenza degli oneri bancari sui margini delle imprese è stata tuttavia mitigata dalla bassa quota di aziende in condizioni di fragilità finanziaria all’avvio della restrizione monetaria.
OCCUPAZIONE – Nel 2023 l’occupazione regionale è aumentata in misura moderata (0,6 per cento). L’incremento occupazionale si è concentrato nella prima parte dell’anno ed è quasi interamente riconducibile al settore dei servizi, principalmente nella forma dei contratti a tempo indeterminato. Negli ultimi due decenni, l’incremento degli occupati in regione è stato sostenuto dall’aumento dei lavoratori stranieri, che ha più che compensato il calo di quelli nati in Italia. Le forze di lavoro sono lievemente diminuite nello scorso anno e, in prospettiva, risentiranno delle tendenze demografiche non favorevoli. Il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, dal 6,0 al 5,3 per cento. Nell’ultimo decennio le retribuzioni dei lavoratori dipendenti del settore privato si sono mantenute in regione su valori più contenuti rispetto a quelli registrati per il Paese e sono state influenzate da una ricomposizione settoriale verso comparti con livelli salariali più bassi. Nel 2023 il reddito delle famiglie toscane si è lievemente ridotto in termini reali: il beneficio derivante dal permanere di condizioni favorevoli nel mercato del lavoro è stato compensato dal calo del potere d’acquisto dovuto all’inflazione. Nonostante la decelerazione dei prezzi registrata nel corso dell’anno, i consumi hanno progressivamente frenato. In prospettiva, il basso tasso di natalità condizionerà significativamente la dinamica dei consumi e le prospettive di crescita.
FAMIGLIE INDEBITATE – L’indebitamento delle famiglie toscane ha fortemente decelerato (0,4 per cento a dicembre; 5,0 nel 2022); vi ha inciso la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni, rimasta pressoché stazionaria, a fronte della crescita del credito al consumo, cui ha contribuito l’espansione della platea dei beneficiari. Le nuove erogazioni di mutui sono calate significativamente per tutte le classi di prenditori (di oltre il 30 per cento nel complesso), frenate principalmente dal rialzo dei tassi di interesse che ne ha ridotto la domanda; l’aumento di costo ha riguardato soprattutto i nuovi prestiti indicizzati, favorendo la stipula di contratti a tasso fisso. Durante la crisi pandemica si è prodotto un rapido aumento della propensione al risparmio delle famiglie toscane, che ha portato a una crescita della ricchezza finanziaria investita in attività liquide o con basso profilo di rischio, quali depositi e titoli di debito.
RESTRIZIONE MONETARIA – In un contesto di restrizione monetaria, di condizioni di offerta improntate alla cautela e di una domanda di nuovi finanziamenti ancora debole, i prestiti al settore privato non finanziario regionale si sono ridotti (-2,1 per cento a dicembre 2023). Alla marcata riduzione del credito alle imprese, cui hanno contribuito sia la minore apertura di nuovi rapporti sia soprattutto la riduzione del credito per le relazioni già in essere, si è associato nello scorcio dell’anno anche il lieve calo dei finanziamenti bancari alle famiglie, che hanno risentito della caduta delle transazioni sul mercato immobiliare. Nonostante la debolezza del quadro congiunturale e l’elevato livello dei tassi di interesse, la qualità dei finanziamenti non ha mostrato evidenti segnali di peggioramento; il tasso di deterioramento in dicembre è salito di un decimo di punto, all’1,3 per cento (1,5 lo scorso marzo). Limitando l’analisi ai crediti bancari in bonis, l’incidenza del flusso dei prestiti con ritardi nei rimborsi di almeno 30 giorni (tasso di ingresso in arretrato) è rimasta invariata su livelli inferiori al dato medio nazionale. La quota dei finanziamenti per i quali le banche hanno percepito un significativo incremento del rischio di credito (classificandoli allo stadio 2) è lievemente cresciuta, restando su valori contenuti (16 per cento), benché superiori a quelli medi nazionali.
PNRR – Nel 2023 il complesso della spesa degli enti territoriali toscani ha continuato a crescere in termini nominali. Sugli esborsi correnti hanno inciso gli aumenti di acquisti di beni e servizi in ambito sanitario; le spese in conto capitale sono cresciute in misura marcata, grazie all’attività di investimento sostenuta dalle risorse del Pnrr. Alla fine dello scorso anno, le gare bandite nell’ambito del Prr per lavori pubblici in regione erano state aggiudicate per oltre tre quarti del valore totale. Tra il mese di novembre del 2021 e febbraio del 2024 erano stati avviati cantieri riguardanti gare per un importo complessivo pari a oltre la metà dell’ammontare aggiudicato. Gli incassi non finanziari complessivi degli enti territoriali toscani sono aumentati: la crescita delle entrate correnti ha più che compensato il calo di quelle in conto capitale, tornate a diminuire dopo un biennio di espansione.
CAMBIAMENTO CLIMATICO – Negli ultimi anni, in conseguenza del cambiamento climatico in atto, la frequenza degli eventi estremi è risultata in progressiva crescita anche a livello locale; la Toscana risulta, per conformazione del proprio territorio, tra le regioni italiane a maggiore fragilità idrogeologica. L’alluvione dello scorso novembre ha colpito un’area fortemente urbanizzata e con un’elevata concentrazione di imprese, con conseguenze economiche significative per il sistema produttivo, soprattutto per il comparto della moda. La maggiore frequenza degli eventi estremi ha altresì accresciuto la consapevolezza dei cittadini circa l’esposizione al pericolo idraulico, riflettendosi in un minor prezzo delle abitazioni localizzate nelle aree più esposte al rischio.
