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Bce taglia il tasso di 0,25 punti. Sui depositi cala al 3,50%

Christine Lagarde
Christine Lagarde

La decisione era nell’aria da settimane. Poi c’è stato il “rapporto Draghi”, l’uomo che, alla Bce, aveva il bazooka. Così non stupisce che oggi, 12 settembre 2024, la Banca Centrale Europea abbia deciso di tagliare il tasso di 25 punti base: quello sui depositi passa da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali, per l’aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.

Ecco dunque il secondo taglio dei tassi con cui la Bce disfa la stretta monetaria iniziata durante la crisi energetica del 2022-2023.

Ma se il tasso sui depositi – da anni quello di riferimento per il costo del denaro – è sceso di 25 punti base, con la riunione di giovedì entra in vigore il nuovo regime con cui la Bce orienta la politica monetaria. Con il risultato che il tasso sui rifinanziamenti alle banche scenderà di 60 punti base: 25 dei quali di riduzione del costo del denaro, e 35 a causa di un aggiustamento tecnico previsto del nuovo ‘quadro operativo’ annunciato dalla Bce a marzo.

La Bce conferma la sua stima sull’inflazione nell’area euro per il 2024, mantenendola al 2,5% indicato a giugno. Per il 2025 la stima resta al 2,2% previsto a giugno. La stima rimane al 1,9% di giugno per il 2026. In un comunicato, la Bce spiega che l’inflazione “dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi”, e poi “diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno”.

Passata l’estate per valutare il quadro macroeconomico, per la Banca centrale europea i dati sembrano convergere verso un raffreddamento sostenibile – la condizione posta dalla presidente Christine Lagarde per poter tagliare – dell’inflazione vicino al target del 2%. Guardando alle economie più deboli, come quella tedesca, il rischio è che mantenere i tassi agli attuali livelli possa innescare una recessione.
Persino tornare a un’inflazione cronicamente sotto il 2%.

Rispetto al quadro prudente tracciato dal capo economista Bce Philip Lane a Jackson Hole il mese scorso, nel frattempo l’inflazione è rallentata al 2,2%, ai minimi di tre anni. Persino il ‘falco’ tedesco Joachim Nagel ha aperto a un taglio dei tassi a settembre. Il membro del comitato esecutivo Piero Cipollone avverte che mantenere troppo a lungo l’attuale politica restrittiva rischia di avere pesanti ricadute sulla crescita.

Dopo il taglio da 25 punti base deciso a giugno, dunque, la Bce taglia dello stesso ammontare, poi ancora a dicembre e con cadenza trimestrale nel corso del 2025. Salvo sorprese in negativo dell’inflazione, che potrebbero aprire alla possibilità di tagli più frequenti: su questo le parole di Lagarde potrebbero fornire indizi giovedì. Notizie che hanno sostenuto le Borse, anche se oggi i guadagni sono temperati (e per Milano e Parigi annullati: -0,12% e -0,14%) dall’inflazione di fondo negli Usa ancora al 3,2%, che mette a rischio l’atteso un taglio dei tassi da mezzo punto da parte della Fed al meeting del 17-18 settembre.

BORSE – Parigi guadagna l’1,11% a 7.478 punti, Londra l’1,28% a 8.298 punti, Francoforte l’1,11% a 18.533 punti e Madrid l’1,12% a 11.399 punti.

Si conferma positiva Piazza Affari nella prima mezz’ora di scambi, con l’indice Ftse Mib in rialzo dell’1%. In calo a 141,4 punti lo spread tra btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in crescita di 0,5 punti al 3,54% e quello tedesco di 2,1 punti al 2,13%.


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Sandro Bennucci

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