Fiorentina: Gudmundsson entra e regala la vittoria contro la Lazio (2-1). Spietato e preciso con due rigori. Mi ricorda Hamrin. Pagelle
FIRENZE – E’ arrivato il Messia? Albert Gudmundsson entra e ribalta la partita. La Fiorentina batte la Lazio grazie al suo tocco, direi anche al carisma. Segna due gol su rigore, l’slandese, regalando alla Fiorentina la prima vittoria in campionato. Fa respirare di sollievo Palladino, ma soprattutto evita che, stasera, guardando la classifica, si venisse presi da uno “stranguglione”, ossia un singulto provocato da qualcosa d’indigesto.
GUD-HAMRIN – Il primo rigore, dopo tre minuti, Gudmundsson se lo guadagna da solo. Il secondo, nel finale, per fallo di Tavares su Dodò rilevato dal Var (Marcenaro non aveva visto) gli spetta quasi di diritto. E lui, l’islandese di ghiaccio, muove qualche passetto e calcia inesorabile. Fatemi fare un paragone che sa di nostalgia: Gud mi ricorda, così a occhio, Kurt Hamrin. Troverete il ritratto anche più sotto, in cronaca. Ma bassetto com’è, calzettoni calati, passetti brevi (Kurt venne ribattezzato Uccellino da Beppe Pegolotti), dribbling stretto. E non guasta quell’accenno di pancetta. Morale? L’uomo che davvero ci voleva. Perchè la Fiorentina, nel primo tempo, era stata imbarazzante. Squadra senza idee, senza nerbo, priva di personalità, solo votata a qualche lancio lungo per Kean. Sfortunata? Sì, per via del palo di Colpani su deviazione di Provedel. Ma il vantaggio della Lazio, con gol di Gila, era meritato. E per fortuna che De Gea, oggi sì, si è distinto per parate decisive. E ora? Vittoria casuale o nuova era? Lo diranno il derby a Empoli e la partita in casa col Milan. Oltre al match di Conference. Il sogno? Che Gudmundsson sia davvero in grado di risolvere le partite da solo. Come ha saputo fare contro la Lazio. E, ve lo assicuro, come sapeva fare il mai dimenticato Kurt Hamrin.
SCHILLACI – Minuto di raccoglimento per Totò Schillaci, compèagno di Baggio in azzurro e in bianconero. Resterà nell’immaginario collettivome “eroe delle notti magiche” del 1990. Immortalato dalla canzone di Nannini e Battiato. Ed entriamo in cronaca diretta. Poco più di trecento i tifosi laziali nel micro formaggino accanto alla Ferrovia. Schermaglie con la compatta “curva Fiesole”, trasferita al lato opposto peri loavori in corso al Franchi.
BIGLIETTI – Striscione dei tifosi (che appare, poi scompare quasi subito) per invitare la Lega a mettere un tetto al costo dei biglietti, soprattutto nei settorim popolari. Non hanno torto. Saranno ascoltati?
COMUZZO – Palladino lascia fuori Ranieri e si affida a Comuzzo come centrale difensivo, vista il fastidio muscolare che affligge Pongracic. Cataldi, ex biancoceleste, regista a metà campo. Davanti Colpani e Kean. Gudmundsson in panca. Nella Lazio, Marco Baroni lancia il suo ex viola, Castrovilli, mentre in attacco ha Dia, Zaccagni e Noslin.
QUARTA – Pronti via, al 5′ Zaccagni va via a sinistra. Quarta lo mette giù rischiando il giallo. Punizione, pericolo in area viola. De Gea resta fermo. Nei suoi sedici metri, il portiere deve wssere padrone di ogni palla vagante. La Lazio insiste, viola un po’ in affanno.
PALO – Ma arriva il rovesciamento di fronte: al 10′ recupero alto di Cataldi, Kean libera Colpani, davanti alla porta e in diagonale.Tiro: sembra gol. Invece Provedel ci mette il piede e la palla finisce clamorosamente sul legno. Dodo la rimette in mezzo, ma Kean e Bove non riescono a infilarla in rete. Che occasione!
GOSENS – Prende il giallo Gosens per un intervento in ritardo su Isaksen. Che qualche istante dopo (19′) calcia da posizione ravvicinata: Dea Gea risponde con precisa scelta di tempo. Guendouzi viene poi murato in angolo. Al 23′ i viola si riaffacciano in area laziale: cross di Dodò e colpo di testa di Bove, ma palla alta. Quindi nuova incursione della Lazio e giallo per Isaksen per pestone a Biraghi.
DE GEA – Buonissimo spunto di Dodò da destra, francamente uno dei più continui come esterno di spinta, palla al centro per Kean, buona l’intenzione, ma il tiro è fuori di almeno un metro. Però Moise c’è. al ££’ attacca la Lazio: ci prova Tavares da fuori area, para a terra De Gea. Che si ripete, stavolta respingendo in tuffo (35′) un bel colpo di testa di Gila. Ma il portiere fa esplodere la sua classe al 36′: percussione di Dia, tiro in diagonale e tanto di cappello per l’ottima risposta dell’attempato, ma bravissimo, “guardiano viola”.
GILA – La Lazio spinge, la Fiorentina cerca di proteggersi, ma al 41′ arriva il patatrac: punizione di Tavares, Gila colpisce di testa a centro area, in anticipo su Comuzzo, e palla in rete. Esulta Marco Baroni, allenatore fiorentino, non carico di lustrini ma efficace. Esulta anche Castrovilli. Palladino si mette le mani fra i capelli. Per fortuna arriva l’intervallo. Riuscirà a dare le indicazioni giuste a una squadra senza idee e senza nerbo?
GUDMUNDSSON I- L’allenatore deve aver riflettuto: quando l’altoparlante annuncia la sostituzione di Biraghi (anche oggi un mezzo disastro) con Ranieri lo stadio esulta. Troppo cattivi con Biraghi? Ma la ciliegina è l’uscita di Quarta per Gudmundsson. La “speranza”. La Fiorentina si accende. E, magicamente, Gudmundsson conquista un rigore. Si alza e ha già il pallone in mano per andare sul dischetto. Freddo, tranquillo se lo aggiusta. Qualche passo e via: Provedel si butta a destra e Gud infila il pallone alla sua sinistra. E’ il gol dell’uno a uno. La mia impressione a caldo? Gudmundsson, bassetto, calzettoni calati, passettini corti e dribbling stretto, mi ricorda… Kurt Hamrin. Andate a rivedere foto e vecchi filmati, poi fatemi sapere.
CASTROVILLI – Palladino, saggiamente, cambia anche il modulo difensovi: si passa a quattro: con Dodò e Gosens arretrati, in linea con Ranieri, Comuzzo. Al 15′ cross di Dodo, sponda di Colpani, stavolta Gudmundsson calcia in curva. Due minuti dopo Baroni toglie Castrovilli (partita in colore, la sua) con Rovella. Il “nostro” ex prende fischi e solo qualche timido applauso dal parterre di tribuna.
KEAN – Al 19′ Palladino prende più coraggio: toglie Mandragora per Kouamè: nel tentativo di dare spinta all’attacco. Ma anche Baroni cerca di vincere: manda in campo Marusic e Pedro, toglie Lazzari e Dia. Ma è la Fiorentina che punge: con Kean che prima impegna Provedel in una gran parata, con respinta a terra, poi ci prova di testa, ma la girata doveva essere meglio indirizzata.
GUDMUNDSSON II– Colpani fa uno show (35′) dopo azione corale di tutto l’attacco, con tocco pregiato dello zampetto di Gudmundsson. Palla fuori di poco. E Palladino ,lo sostituisce con Ikonè. Poi fuori anche Cataldi per Adli. Felice ripartenza viola (40′) della Fiorentina, Ikonè lancia Kouamè che sciupa tutto. Ma al 42′ fallo in area di Tavares su Dodò. Marcenaro non vede, ma viene richiamato dal Var. La visione del replay lo convince. Rigore. Gudmundsson riprende il pallone in mano. Va sul dischetto. E segna il gol della prima vittoria della Fiorentina. Un predestinato. Tocco magico. Sì, mi ricorda davvero Hamrin: anche per la spietata freddezza dal dischetto.
TABELLINO E PAGELLE
FIORENTINA(3-5-1-1): De Gea 6,5; Comuzzo 6,5, Quarta 5,5 (nel st dal 1’ Gudmundsson 7,5), Biraghi 5 (nel st dal 1’ Ranieri 6); Dodo 6, Bove 5,5, Cataldi 5 (nel st dal 38’ Adli sv), Mandragora 5,5 (nel st dal 20’ Kouamè 6), Gosens 5,5; Colpani 5,5 (nel st dal 36’ Ikonè sv); Kean 6,5. All: Raffaele Palladino 6,5
LAZIO(4-2-3-1): Provedel 6; Lazzari 6 (nel st dal 23’ Marusic 5,5), Patric 6, Gila 6, Tavares 5; Guendouzi 6, Castrovilli 6 (nel st dal 17’ Rovella 5,5); Isaksen 6 (nel st dal 17’ Tchaouna 6), Dia 5,5 (nel st dal 23’ Pedro 5), Zaccagni 5,5; Noslin 5,5 All: Marco Baroni 6
Arbitro: Marcenaro (Genova) 6
Marcatori: nel pt al 41’ Gila, nel st al 4’ e al 45’ (rig.) Gudmundsson
Ammoniti: Gosens, Isaksen, Biraghi, Patric, Tavares, Dodo, Guendouzi
Spettatori: 19.624