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Prato: minacciato con bara per il controllo della prostituzione cinese. Sei arrestati: anche la vittima dell’intimidazione

Controlli della polizia sul fenomeno prostituzione (Foto d’archivio)

PRATO – Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di un 35enne cinese, di un cittadino italiano di origini calabresi di 36 anni, di un pakistano di 48 e di altri tre cittadini orientali, età 33, 31 e 36 anni nell’ambito di un’inchiesta che ruota attorno al mercato della prostituzione cinese a Prato. Ma tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare c’è anche la vittima dell’intimidazione messa a segno l’1 ottobre 2024, con l’attentato incendiario alla sua auto e la collocazione di una bara.

All’uomo è contestato il reato di sfruttamento della prostituzione, insieme ad altri tre connazionali, tra cui il presunto avversario nel controllo del prostituzione. Quest’ultimo, H.H., 35 anni, detto Cris, è accusato anche di essere l’ideatore e il mandante dell’intimidazione, motivo per cui la magistratura gli ha contestato anche la tentata estorsione insieme ad altri due arrestati, un italiano e un pakistano indicati come esecutori materiali

L’inchiesta- come spiega la nota della Procura di Prato – era nata dopo che, l’1 ottobre 2024, ci fu un’intimidazione nei confronti di un cittadino cinese: ignoti avevano dato fuoco alla sua auto in viale della Repubblica a Prato lasciando poi una bara, con sopra una sua foto, di fronte all’ingresso della struttura alberghiera dove soggiornava.

Le ordinanze di custodia cautelare, spiega ancora la procura, sono state emesse nei confronti di un 35enne cinese, di un cittadino italiano di origini calabresi di 36 anni, di un pakistano di 48 e di altri tre cittadini orientali, età 33, 31 e 36 anni. Il gip, evidenzia la procura, “ha attributo all’utilizzo della bara un fortissimo gesto dal valore intimidatorio. Tali condotte violente e minatorie sono risultate commesse nel quadro dello sfruttamento organizzato della prostituzione, che costituisce uno dei lucrosi business che caratterizzano l’agire della criminalità organizzata nell’area pratese, che riveste una dimensione trasnazionale, e la stessa persona offesa è risultata dedita a tale attività e destinatario di misura cautelare proprio per il delitto di sfruttamento della prostituzione. Tale agire si colloca nella contesa tra due gruppi criminali rivali per assicurarsi l’egemonia del mercato della prostituzione cinese in territorio pratese ed è risultato volto a costringere laa vittima, formalmente titolare di una pelletteria a Campi Bisenzio (Firenze), doveva essere costretto “a far fronte a un debito ricollegabile alla pregressa attività di sfruttamento della prostituzione e a far cessare l’attività di meretricio esercitata presso la struttura alberghiera” davanti alla quale è stata lasciata la bara.

Le indagini, si spiega inoltre, “hanno posto in evidenza, contrariamente a quanto avviene nel tipico modo di porsi degli appartenenti alla comunità cinese che agiscono come gruppo autonomo non propenso all’integrazione, la crescente capacità criminale degli esponenti dei gruppi antagonisti nella gestione del mercato della prostituzione di consorziarsi con appartenenti alla criminalità di altre etnie, quali quelle italiane e pakistane, e la loro attitudine a essere da questi riconosciuti come portatori di capacità organizzative e di direzione strategiche delle condotte criminose”.

La condotta della vittima dell’intimidazione, spiegano ancora gli investigatori, si sarebbe anche “rivelata omertosa, densa di gravi reticenze e di discrasie”, e “appare tipica del contesto criminale in cui si inserisce e giustificata dal timore delle conseguenze derivanti dall’interlocuzione con gli inquirenti”.

AGGIORNAMENTO DELLE 12,31

Dopo l’esecuzione delle sei misure cautelari della custodia in carcere, nel  corso della mattinata di oggi, 12 giugno 2025, sono state eseguire dieci perquisizioni, nei confronti dei sei soggetti destinatari della citata misura custodiale e di altri quattro indagati (uno di nazionalità italiana e quattro cinesi).

Il cittadino italiano, di origine calabrese, destinatario di misura di custodia cautelare in carcere, è risultato avere la disponibilità nella propria abitazione pratese di un revolver con matricola abrasa, circostanza che accresce la sua pericolosità, e, per tale ragione, è stato arrestato anche nella flagranza del relativo delitto di detenzione di arma comune da sparo clandestina. Nel luogo di dimora del cittadino cinese di trentotto anni, sospettato di aver contribuito al delitto di tentativo di estorsione, oggetto del precedente comunicato, ma non destinatario della misura della custodia cautelare in carcere, sono stati rinvenuti trentadue mila euro in contanti. 


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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