Cinema, morta Lea Massari: diva riservata e ribelle degli anni ’60-’70

ROMA – Il 23 giugno 2025 è morta nella sua casa a Roma Lea Massari, intensa interprete drammatica per grandi registi come Mario Monicelli, Sergio Leone, Michelangelo Antonioni e Dino Risi ed elegante ed aristocratica protagonista degli sceneggiati in bianco e nero della Rai.
La notizia della scomparsa dell’attrice 91enne è stata diffusa soltanto oggi, 25 giugno, a funerali avvenuti, in forma strettamente privata, nella cattedrale di Sutri (Viterbo), a cui ha fatto seguito la sepoltura nel cimitero comunale, dove la famiglia possiede una cappella. Da più di trent’anni l’attrice si era ritirata dalle scene e dalla vita pubblica.
Dotata di una bellezza evidente ma non esibita, esente da ogni tentazione di divismo a causa del suo temperamento riservato, Massari ha ottenuto nel corso della sua carriera trentennale il gradimento di un vasto pubblico, in Italia ma anche all’estero, in particolare in Francia dove ha recitato accanto a Jean Paul Belmondo, Yves Montand, Jean Louis Trintignant e Michel Piccoli. Lea Massari ha vinto un David di Donatello come migliore attrice per le sue interpretazioni in “Una vita difficile” di Dino Risi e in “I sogni muoiono all’alba”, entrambi apparsi nel 1961, e due volte il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista per “La prima notte di quiete” (1972) e “Cristo si è fermato a Eboli” (1978).
Nata a Roma il 30 giugno del 1933, all’anagrafe Anna Maria Massatani, ha lavorato, come detto, con i più grandi registi italiani come Mario Monicelli, Sergio Leone, Michelangelo Antonioni e Dino Risi. Esordì nel 1954 nel film “Proibito” di Monicelli. Negli anni Sessanta partecipa a molte produzioni italiane e francesi, rivestendo ruoli sempre più impegnativi e, per lo più, di donna borghese. Inizia a ottenere notorietà internazionale accanto a Gabriele Ferzetti e Monica Vitti nel film “L’avventura” (1960) di Michelangelo Antonioni, nel quale interpreta il ruolo forse più iconico della prima fase della sua carriera, quello di una giovane donna sognatrice che scompare improvvisamente. Sin dai primi anni della carriera viene spesso affiancata a noti attori francesi, come Jean Sorel, Alain Delon in “Il ribelle di Algeri” (1964) di Alain Cavalier e “La prima notte di quiete” (1972) di Valerio Zurlini per il quale ottiene il primo dei suoi due Nastri d’argento.
Ma anche Jean-Louis Trintignant in “La corsa della lepre attraverso i campi” (1972) di René Clément, Yves Montand in “Un battito d’ali dopo la strage” (1973) di Pierre Granier-Deferre, Philippe Leroy in “La linea del fiume” (1976) di Aldo Scavarda e Jean-Paul Belmondo in “Chi dice donna dice donna” (1976) di Tonino Cervi. Nel 1970 affianca Michel Piccoli e Romy Schneider nel controverso “L’amante”, il primo successo del regista Claude Sautet, per il quale l’attrice romana ottiene il premio Louis-Delluc. Massari ha lavorato con successo anche in teatro, tra cui in “Due sull’altalena” (1960) di William Gibson, con la regia di Arnoldo Foà, e per la televisione, come in “Capitan Fracassa” (1958), “I promessi sposi” (1967), nel ruolo della Monaca di Monza, “I fratelli Karamazov” (1969) e “Quaderno proibito” (1980). Si ritirò definitivamente a vita privata nel 1990, all’età di 57 anni. In seguito apparve raramente in pubblico concedendo poche interviste e rifiutando anche vari inviti a tornare sul set.
