Prato: droga e cellulari nel carcere della Dogaia. Giro da migliaia di euro, indagati 3 agenti e 10 detenuti

PRATO – Pagavano migliaia di euro per avere in carcere telefoni cellulari di ultima generazione, smartwatch, microtelefoni, schede telefoniche, ma anche cocaina e hashish. E a procurarglieli erano tre agenti di polizia penitenziaria, di età compresa fra 29 e 32 anni, ora accusati di corruzione. E’ la maxi operazione condotta su ordine della Procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, al carcere della Dogaia, dove sono detenuti, fra gli altri, 111 persone responsabili di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti.
L’inchiesta fa emergere forme corruttive per tre agenti penitenziari e anomali contatti tra altri quattro agenti e addetti alle pulizie. Perquisiti 127 detenuti, di cui 27 sono indagati. Nonostante le limitazioni per l”‘Alta Sicurezza” dove ci sono criminali di tipo mafioso con ruoli di capo, questi godevano di privilegi fra i quali la libertà di movimento nel reparto. Schierati 60 poliziotti in assetto antisommossa.
AGGIORNAMENTO DELLE 12.30
La strategia investigativa della procura di Prato – così una nota – si è nutrita del prezioso apporto degli appartenenti al Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria – con il supporto di unità del Corpo fornite dal Nucleo Investigativo Centrale (Nic), del Gruppo Operativo Mobile (Gom, che si occupa dei detenuti sottoposti al 41 bis O.P.) e del Provveditorato Toscana Umbria – alla Squadra Mobile della Questura di Prato, al Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Prato e al Gruppo della Guardia di Finanza.
All’interno del carcere hanno operato 263 appartenenti a tali strutture di polizia. In coordinamento col prefetto e col questore, sono stati schierati 60 agenti all’esterno a presidio. Una misura, spiega la procura, necessaria in considerazione del numero degli atti di polizia giudiziaria e dei provvedimenti giudiziari notificati, e, soprattutto, del numero dei detenuti, 596, di numerose etnie.
La Procura fa sapere che le attività di perquisizione e ispezione svolte nella giornata odierna, con l’ausilio di apparati elettronici e di unità cinofile, hanno consentito di individuare nel reparto Alta Sicurezza cinque strumenti di comunicazione illegalmente detenuti: nella camera n. 25 della decima sezione AS, tre cellulari all’interno dell’apparecchio TV – e, segnatamente, uno smartphone, un mini smartphone e un micro L8star – nonché un ulteriore apparecchio router idoneo a collegarsi a internet e al mondo esterno nel box in cui i detenuti effettuano le telefonate. Un altro telefono smartphone è stato lanciato dalla finestra dentro un calzino, atterrato all’interno di un’intercapedine.
Sono state, inoltre, individuate delle intercapedini nelle pareti di alcune celle, all’interno delle quali sono risultati visibili interventi effettuati con la calce per chiudere i relativi fori; è stata, infatti, rinvenuta calce e strumenti per il suo utilizzo all’interno di dette celle, che inducono a ritenere che tali interventi siano stati effettuati dai detenuti per effettuare luoghi di nascondimento di telefoni e di sostanza stupefacente. Inoltre, nella sesta sezione del Reparto Media Sicurezza, è stata rinvenuta sostanza stupefacente del tipo Hashish all’interno di una cella e di un frigorifero, nella diretta disponibilità di più detenuti.
