Viareggio, uccise ladro investendolo con suv: rinviata a giudizio Cinzia Dal Pino

VIAREGGIO (LUCCA) – È stata rinviata a giudizio Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice 65enne che l’8 settembre 2024 uccise un uomo investendolo più volte con la macchina a Viareggio. La vittima era un 52enne di origini marocchine, Nourdine Mezgoui, che poco prima le aveva rubato la borsa.
Il giudice per le indagini preliminari Simone Silvestri ha disposto di andare a processo con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato da crudeltà, futili motivi, ricorso a mezzo insidioso (ovvero il Suv di proprietà della donna) e minorata difesa, perché l’uomo è stato investito mentre camminava a piedi e di spalle. La decisione del giudice è arrivata oggi, 2 luglio 2025, durante l’udienza preliminare che si è tenuta al tribunale di Lucca e ha stabilito che il dibattimento si terrà in Corte d’Assise il prossimo 24 settembre.
L’indagata venne ripresa dalle telecamere di videosorveglianza mentre a bordo del suo suv Mercedes schiacciava il ladro contro una vetrina di un negozio, investendolo quattro volte. La vittima – così la ricostruzione emersa dalle indagini che si sono avvalse di una consulenza tecnica specialistica su immagini delle telecamere e scatola nera presente nell’auto – non avrebbe avuto alcuna possibilità né di accorgersi per tempo della sorte cui andava incontro né di mettere in atto alcuna azione per riuscire a difendersi quando la vettura lo ha colpito alle spalle. Da questa dinamica la Procura ha formulato l’aggravante di minorata difesa, alla quale si aggiunge quella dell’utilizzo di mezzo insidioso.
Quando Noureddine Mezgui arrivò al pronto soccorso dell’ospedale Versilia, grazie ai soccorsi chiamati da alcuni passanti (chi lo aveva investito, invece, era fuggita dopo essere scesa dall’auto per recuperare la propria borsetta) per lui non c’era più niente da fare. La lacerazione dell’aorta addominale aveva prodotto un’emorragia fatale, così come appurato dall’autopsia. Il medico legale riscontrò anche molte fratture. Durante l’udienza davanti al giudice è stata esclusa la possibilità di un rito abbreviato, che avrebbe comportato una riduzione di pena, aprendo così la strada a una possibile condanna all’ergastolo. Le parti civili, difese dagli avvocati Enrico Carboni e Gianmarco Romanini, hanno aderito alla tesi dell’accusa. Nel contempo, sono state respinte le richieste del legale della difesa che aveva chiesto di eliminare le aggravanti e di qualificare il reato come eccesso colposo di legittima difesa o omicidio preterintenzionale, oltre a richiedere il rito abbreviato.
