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Richiami vivi illegali in Toscana: oltre 30 uccelli ricoverati in condizioni critiche alla Lipu Livorno

(foto di archivio)

LIVORNO – Più di 30 uccelli, 22 tordi e 10 merli, sono stati ricoverati alla Lipu presso le strutture del Cruma di Livorno, dopo un’operazione dei carabinieri del nucleo forestale di Lucca e Calcinaia (Pisa) contro il commercio e la detenzione illegale di richiami vivi.

Gli animali, spiegano dal Cruma, erano tenuti in cattività in due località toscane e facevano parte di un gruppo molto più numeroso di uccelli detenuti allo stesso scopo. I forestali nel corso delle operazioni di controllo hanno liberato immediatamente 107 animali adulti in salute, che erano pronti per essere anellati e venduti come richiami ad uso caccia, gli altri, non immediatamente liberabili in natura, sono stati trasferiti al centro della Lipu. I 10 merli, 21 tordi bottacci e un tordo sassello sono tuttora ricoverati in condizioni di salute diverse. Quelli che hanno trascorso meno tempo in gabbia non presentano particolari criticità, gli uccelli detenuti per più tempo, almeno un anno, portano addosso tutti i segni della segregazione: da anomalie cutanee dovute a carenze vitaminiche, a piumaggio rovinato o cresciuto male, fino a traumi ripetuti e cisti follicolari. Le loro condizioni sono infatti critiche.

Gli operatori e i volontari del centro, coordinati dall’equipe veterinaria, hanno iniziato con un cambio graduale dell’alimentazione. Una procedura che richiede tempo e che da sola non basta. Dopo aver completato il quadro sanitario di ogni esemplare, il team ha definito il percorso terapeutico per ciascuno. Solo una parte degli uccelli potrà tornare in libertà. Per molti, invece, il futuro sarà diverso: alcuni potrebbero non farcela, per altri la vita in cattività potrebbe essere l’unica opzione possibile. “Purtroppo non si tratta di un caso isolato – commenta Nicola Maggi, responsabile del Cruma – assistiamo in diretta alla storia di questi uccelli: un monito crudele sulle conseguenze del bracconaggio e del commercio illegale. Attività che, ricordiamo, continuano a prosperare nell’ombra e che costituiscono una grave minaccia per la fauna selvatica”.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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