Tir e Forconi: gli agenti si tolgono il casco
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Video tratto da Repubblica.it
Nel giorno della protesta di Tir e Forconi si sono lamentati gravi disagi in alcune città, ma per la prima volta si sono visti rappresentanti delle Forze dell’ordine compiere un gesto che potrebbe essere anche interpretato come di solidarietà con le ragioni della protesta. Oltre che di dissenso nei confronti di un Governo sordo, come quello precedente del prof. Monti, alle necessità delle Forze di Polizia, più volte sottolineate dai dirigenti e dai sindacati.
TORINO Si sono segnalate scene di guerriglia urbana nel centro di Torino, tra lancio di sassi e cariche della polizia. Il luogo degli scontri è stato piazza Castello, dove i manifestanti hanno tentato di dare l’assalto alla sede della Regione Piemonte. Una squadra di poliziotti che presidiava quella sede, dove poco prima erano stati lanciati dai manifestanti bottiglie, pietre e pezzi di legno presi da un vicino cantiere, si è tolta il casco di protezione tra gli applausi dei manifestanti. Sempre a Torino, davanti all’ufficio delle Entrate, i manifestanti hanno urlato siete come noi applaudendo gli agenti di polizia, e, sembra, anche qualche militare della guardia di finanza, che si sono tolti il casco. Il video è stato pubblicato su Facebook. In serata una nota della questura ha precisato che in entrambi i casi coloro che operavano per l’ordine pubblico si sono tolti il casco perché «erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo», escludendo che il gesto fosse riconducibile a forme di condivisione della protesta.
GENOVA A Genova, quando il corteo è transitato in via Roma, davanti alla Prefettura, i manifestanti hanno chiesto ai carabinieri di togliersi il casco e una decina di militari che presidiavano l’ingresso di Palazzo Spinola hanno accolto l’invito salutati da applausi mentre dal corteo si alzava il coro siete sfruttati come noi. Alcuni contestatori hanno abbracciato e baciato i militari.
GESTO SIGNIFICATIVO Nonostante le precisazioni subito diffuse dagli uffici competenti delle Forze dell’ordine, quel gesto, che ha coinvolto sia poliziotti sia carabinieri (e già questo è molto significativo), mi sembra sintomo di un grave disagio. Un comportamento del genere non si era mai visto in occasione di manifestazioni. Il sospetto che possa trattarsi di una reazione spontanea di reparti che da tempo si sentono poco difesi dalla politica e, in parte, anche dall’amministrazione, non è forse infondato.
POLITICA SORDA Ricordiamo tutti come Anna Maria Cancellieri, da Ministro dell’Interno, abbia in passato disposto più volte verifiche sul comportamento definito (dai teppisti) violento delle Forze di Polizia, blandendo invece familiari e sedicenti vittime dei presunti soprusi delle Forze dell’ordine.
MATTEO RENZI La politica dovrebbe preoccuparsi di sostenere, dal punto di vista economico e materiale (retribuzioni, equipaggiamento, mezzi), le Forze di Polizia, baluardo della nostra democrazia. Comincino loro, i politici, a ridurre il loro numero esorbitante e le loro prebende in favore di trattamenti più equi per i lavoratori che tirano la cinghia. In fondo è questo il motivo della rivolta di Tir e Forconi, che potrebbero trovare un ascoltatore attento nel nuovo Segretario del Pd, Matteo Renzi, da sempre fautore del ridimensionamento della classe politica e di certi suoi privilegi, ormai insostenibili.
Biagio Agnello
Il gesto dei Poliziotti e dei Carabinieri che si sono tolti il casco antisommossa e hanno riposto gli scudi, può dare adito a diverse interpretazioni.
Per prima cosa é opportuno sapere che tale gesto, in varie occasioni, é un segnale che si da alla piazza per calmare gli animi. Nel caso di Torino ciò può quindi essersi verificato per dare un segnale di tal genere , perché nel frattempo erano venuti meno i problemi di ordine pubblico che c’erano stati fino a poco prima.
Però non mi sento di escludere che alcuni operatori delle Forze dell’Ordine, con effetto domino, togliendosi il casco abbiano voluto inviare anche un segnale chiaro ed inequivocabile ai manifestanti e perché no ai loro Superiori e ai nostri Governanti, facendo capire di aver recepito i motivi della protesta, essendo anche loro uomini, padri di famiglia e lavoratori, stretti dai problemi della crisi ed esasperati dalla lentezza della politica, che sembra vivere in un altro mondo. É un segnale?!!!
Concordo con Paolo: I segnali devono essere raccolti quando sono ancora segnali. Biagio