Pensioni: rischio prelievo governativo sopra i 2.000 euro
ROMA – In un’intervista il Ministro del welfare Giuliano Poletti ritorna a parlare di prelievi sulle pensioni considerate più alte, pur senza citarne il limite. Alla domanda: «Ministro, lei è favorevole o contrario a un contributo di solidarietà sulle pensioni alte o al ricalcolo delle pensioni col metodo contributivo per intervenire su quelle che sono esageratamente alte rispetto ai contributi versati?» Poletti risponde: «Sono favorevole a interventi di questo tipo a patto che siano collegati agli interventi di cui ho parlato prima a sostegno dei lavoratori che altrimenti rischierebbero di finire esodati. Credo cioè che le risorse eventualmente recuperate con un contributo di solidarietà o con il ricalcolo contributivo dovrebbero restare nel sistema previdenziale in una logica di solidarietà per chi soffre di più. Ipotesi se ne sono fatte tante in passato. Adesso bisognerà fare delle scelte». Ma le pensioni alte sono così poche che si raccoglierebbero briciole. «Dipende da dove si fissa l`asticella».
ASTICELLA – Per effettuare un’intervento efficace per i 162.000 esodati e per le future pensioni dei giovani il limite dell’asticella dovrebbe essere fissato per le pensioni almeno al di sopra dei 2.000 €. Infatti le pensioni Inps al di sopra dei 2.000 € e fino ai 3.000 sono 2.200.000, quelle al di sopra dei 3.000 e fino a 5.000 sono 693.000, quelle da 5.000 a 9.999 sono 200.000 e quelle sopra i 10.000 soltanto 12.000. Sarebbe questa una platea sufficiente per gli interventi pensati dal governo, che mi sembrano ispirati alla stessa filosofia fallimentare degli 80€ in busta paga, la cui inutilità è stata adesso riconosciuta dallo stesso Delrio. Inoltre si tratta di interventi profondamente ingiusti perché ledono i diritti di chi ha lavorato una vita e ha pagato contributi per avere un decente sostegno per la vecchiaia.
SACCONI – Del resto queste misure non raccolgono l’unanimità neppure nello stesso ambito governativo. Il presidente del gruppo del Nuovo Centrodestra al Senato, Maurizio Sacconi ha subito rimbeccato il ministro del Lavoro: «Preoccupa il riferimento alle pensioni medie già erogate che potrebbero essere – a detta del ministro che ipotizza una asticella di ampia resa finanziaria – ulteriormente penalizzate inducendo una più generale insicurezza nei pensionati, sulle loro aspettative di vita, sui loro consumi».
Ripeterò fino alla noia che le risorse per questo tipo d’intervento debbono essere acquisite dai risparmi sui costi della politica: cominciamo ad abolire regioni e enti controllati dalle regioni. Lì sta il baco della finanza pubblica: lasciamo sussistere quelle che gestiscono l’amministrazione in modo responsabile e affossiamo quelle che spendono e spandono senza coscienza e senza responsabilità. Ma come al solito quest’ipotesi resterà un sogno: i politici non colpiranno mai i loro sprechi e i loro privilegi.
Sven
Cosa succede , naturalmente questo pezzo di
scrittura è realmente pignolo e ho imparato molte
cose da esso relative blogging. grazie.
Rizzo
La classe politica si è squalificata e non ha capito che per sopravvivere dovrebbe dare l’esempio quando si parla di sacrifici e di moralità. La stessa cosa dovrebbero fare i dirigenti dello Stato e degli Enti a partecipazione pubblica.
Vedo una frattura insanabile se il sistema di potere e la gente comune…se continua così si prefigura una situazione di collasso di tutto il sistema.
Paola Filippelli
Bravo sig. Padoin, i politici non colpiranno mai i loro sprechi e i loro privilegi. I costi eccessivi da tagliare, per salvaguardare gli esodati, sono da ricercare negli sprechi e nell’ampio malaffare della corruzzione dilagante tra politici e imprenditori che fanno aumentare a dismisura i costi di una qualsiasi opera pubblica in Italia e peraltro mal funzionante e costruita con materiali scadenti (es. Aquila). Chi ha lavorato onestamente per tanti anni la pensione ha diritto di percepirla per intero, vanno invece ricalcolate le pensioni dei vari politici, consiglieri regionali, provinciali che vanno in pensione con pensioni elevate dopo neanche una intera legislatura, questa è la vera vergogna, come pure l’indecenza di pagare i rimborsi ai consiglieri regionali senza prima avere controllato se queste sono veramente spese inerenti il mandato! Per verificare a posteriori si dovrà inviare il controllo dei finanzieri, costo a carico della collettività, iniziare processi, senza sapere se il maltolto verrà mai restituito. A Modena questo si chiama chiudere la stalla quando i buoi sono scappati è una grance vergogna. Saluti cari. Paola Filippelli Modena