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Manifestazione antimafia

Toscana, 15 miliardi il fatturato della criminalità organizzata

Manifestazione antimafia
Manifestazione antimafia

FIRENZE – La criminalità organizzata ha un fatturato stimato in 15 miliardi solo in Toscana. Sono ben 117 i gruppi criminali di estrazione mafiosa transitati nella regione. Lo dice il rapporto 2013 «Per una Toscana senza mafia» presentato dalla Fondazione Caponnetto stamani a Firenze alla vigilia del 21° anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino a Palermo.

Un report – con la presentazione del presidente del Senato Piero Grasso e presto disponibile anche in libreria – che mette in luce l’aggravamento delle infiltrazioni nelle varie province, in particolare sulla costa: Massa Carrara, Versilia, Livorno.

Viene fatta un’analisi del fenomeno anche provincia per provincia. Firenze è al 5° posto in Italia con Genova per infiltrazione mafiosa al nord, dopo Milano, Roma, Bologna e Torino.

Dal 1981 ad oggi sono oltre 100 le operazioni di operazioni di polizia o fatti gravi (elencati analiticamente uno per uno) che si sono verificati a Firenze, ma soprattutto 64 gruppi criminali mafiosi sono stati coinvolti in fatti accaduti nel capoluogo toscano: 22 clan della camorra, 24 cosche mafiose siciliane,15 cosche della ‘ndrangheta, due clan pugliesi e la banda della Magliana.

Circa le connivenze tra mafia e politica, il report sostiene che in Toscana è «da considerarsi positiva, ad oggi, l’assenza di dimostrate ingerenze tra associazioni mafiose e sistemi politici locali. Occorre, però, tenere sempre alto il livello di attenzione perché il modus operandi mafioso prevede statutariamente stretti legami con la classe politica d’ogni livello».

Oltre ai clan criminali di provenienza calabrese, siciliana, campana e pugliese vengono esaminati i gruppi organizzati di origine straniera: albanese, nordafricana, nigeriana, cinese, centro e sudamericana, rumena, bulgara ed ex sovietica, con particolare riferimento alle sinergie tra mafie e alle infiltrazioni negli appalti pubblici.

Sul fronte del contrasto alla criminalità economica, il rapporto evidenzia come le segnalazioni di operazioni sospette da parte del sistema bancario e finanziario sia raddoppiato, passando da 1702 dell’anno 2009 a 3546 casi anomali segnalati nel 2011. In tema di usura, una delle conseguenze più dirette della crisi economica, si segnala (citando la fonte Confesercenti) che i commercianti finiti nelle mani dei «cravattari» sarebbero circa 8000, pari a oltre il 10% di quelli attivi. Le città più a rischio usura sono indicate Pistoia e Livorno, mentre quelle con rischio più basso Grosseto e Siena.

Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, anche i deputati del Pd David Ermini e Federico Gelli nonché il procuratore capo della repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi. È stata presentata anche un’iniziativa per promuovere misure più incisive per la lotta alla mafia. Tra queste la riforma dell’articolo 416 bis del codice penale e quella dell’articolo 7 del Decreto 152/91 sulle aggravanti per mafia.

 

giustizia, mafia, Sicurezza


Sandro Addario

Giornalista

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