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Vi presento Antonio Manganelli, un poliziotto da strada

La presentazione del libro di Antonio Manganelli ieri in questura
La presentazione del libro di Antonio Manganelli ieri in questura (da sin. Aldo Villani, Silvia Della Monica, Raffaele Micillo, Adriana Piancastelli e Sandro Federico)

FIRENZE – «Un poliziotto da strada»: così Adriana Piancastelli ha ricordato il marito, prefetto Antonio Manganelli, presentando «Il sangue non sbaglia» (Rizzoli 2013), il libro postumo del compianto Capo della Polizia ad un uditorio di prim’ordine che – a un anno dalla sua scomparsa –  ha affollato ieri 26 marzo il Salone d’onore della Questura di Firenze.

Al tavolo dei relatori il padrone di casa, il questore Raffaele Micillo, la senatrice Silvia Della Monica, pubblico ministero a Firenze in quel periodo, Aldo Villani, storico cronista di nera de «La Nazione» e il questore Sandro Federico. Quest’ultimo ha improntato il suo caloroso intervento nel ricordo dei comuni trascorsi di giovani Funzionari in carriera in un piccolo ufficio in comune in via Zara. Giornate di intenso impegno e duri sacrifici  in quegli anni ’70, caratterizzati dal contrasto alle bische clandestine e  alla mafia sul gioco d’azzardo. Così come la lotta alle rapine in banca e ai sequestri di persona commessi dal nascente terrorismo per autofinanziarsi.

Appassionato, come nelle attese, l’intervento della moglie di Manganelli, la signora Adriana, che ha seguito passo per passo la nascita e lo svilupparsi del romanzo, anche durante il soggiorno per cure del marito a Houston. E che ha tenuto a sottolineare come il romanzo, dedicato «alla figlia  Emanuela e a tutti i poliziotti» sia «una storia d’amore, la storia d’amore con un mondo, con un mestiere, con un modo di vivere, con una grande famiglia». Un romanzo che ha un confine tra realtà e finzione assai sottile. In alcuni passaggi nel vissuto del protagonista, l’ispettore di Polizia Giovanni Galasso, si può ritrovare il Manganelli poliziotto alle squadre mobili di Palermo e a Roma.

Tanti i magistrati presenti, tra i quali alcuni che negli anni ’70 hanno lavorato con il Manganelli, allora giovane funzionario della Mobile fiorentina, apprezzandone la statura umana e l’acume investigativo: Tindari Baglione, Francesco Fleury, Enrico Ognibene. Numerosi i veterani della stessa Squadra Mobile che hanno voluto onorarlo ad un anno dalla scomparsa, avvenuta il 20 marzo 2013. Memori del fatto che il loro «capo» non perdeva  mai occasione per tornare a Firenze per incontrarli e rinnovare il suo grazie, consapevole di aver trovato in loro validi tutori, nei primi passi di quello che poi si sarebbe dimostrato un percorso professionale fulgido e ricco di successi.

«Il sangue non sbaglia», ha avuto una delle sue prime presentazioni a Roma, nella Sala Zuccari di palazzo Giustiniani, ad opera del  presidente del Senato Pietro Grasso che, nella veste di magistrato, proprio a Palermo e a Roma aveva collaborato assiduamente con Antonio Manganelli.

 

(nella foto in Home Page: da sinistra il questore Raffaele Micillo, la signora Adriana Piancastelli Manganelli, il presidente dell’Anps Firenze Sergio Tinti)

 

 

Antonio Manganelli, Manganelli, polizia di stato


Sergio Tinti

già Comandante Polizia Stradale della Toscana

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