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Italia ancora in recessione, il pil cala dello 0,2%

renzi-padoan

Una doccia gelata sull’ottimismo di Renzi. L’andamento del Prodotto interno lordo dell’Italia nel secondo trimestre mostra che il nostro Paese è tornato in “recessione tecnica”. Secondo la stima dell’Istat il Pil italiano è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nel primo trimestre dell’anno il Pil era diminuito su base congiunturale dello 0,1% mentre nel quarto trimestre 2013 si era registrato un aumento dello 0,1%. Due trimestri consecutivi di crescita negativa vengono definiti “recessione tecnica”.

ISTAT – «Il calo congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda – prosegue l’Istat – il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo». Il calo dello 0,2% è il peggiore da 14 anni a questa parte. Si tratta infatti del livello più basso dal secondo trimestre del 2000.

BORSA – La Borsa ha reagito alla notizia con un forte calo: L’FtseMib è arrivato a perdere il 2,20%. In forte rialzo lo spread che in breve tempo ritorna a ridosso dei 170 punti base a quota 166. Il Paese torna così in recessione dopo esserne uscito a fine 2013. Ora gli investitori, che sin dalla fine del 2013 erano tornati positivi sul nostro Paese, inizieranno a nutrire seri dubbi sulle possibilità di ripresa dell’economia.
Caro Renzi, cominciamo a fare qualcosa  di concreto per l’economia, superiamo gli spot tipo 80 euro e falcidiamo finalmente le fonti di spreco di denaro pubblico, come ministeri, regioni, enti pubblici o parapubblici  ed enti locali. Ma il nostro ex sindaco non avrà forse mai il coraggio di riconoscere che le sue promesse non portano a grandi risultati. D’altro canto Napolitano – che ha la sua parte di responsabilità in questa situazione – non sa a che santo votarsi. Dopo il terzo Governo del Presidente dovrebbe farne un quarto, magari rivolgendosi a Mario Draghi, che lascerebbe (speriamo…) a Padoan la poltrona di Presidente della Bce. Draghi è l’unica personalità indipendente e stimata a livello internazionale in grado di prendere le redini di questo disastrato paese; e potrebbe finalmente agire mettendo da parte lobby, clientele, necessità di acquisire voti e consensi, cosa che Renzi ovviamente non ha potuto né voluto a fare. Siamo proprio messi malissimo, altro che Governo dell’ottimismo e della speranza.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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