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Buco dell’Asl di Massa, intercettazioni choc. Rossi ai direttori generali: «Vi appiccico al muro…»

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi

FIRENZE – I consiglieri regionali di Forza Italia Mugnai e Ferri «mi attaccano sul piano personale perché il centrodestra, contro la sanità toscana, ha pochi argomenti. Quanto al resto non ho che da confermare quanto più volte ho detto». Così il presidente della Toscana, Enrico Rossi, respinge le accuse dell’opposizione sulle presunte responsabilità della Regione nel buco di bilancio della Asl di Massa dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza di assoluzione di Antonio Delvino, ex direttore generale dell’azienda sanitaria massese. Rossi si difende: «Appena sono venuto a conoscenza che il bilancio della Asl di Massa era stato alterato intenzionalmente per dimostrare un bilancio fittizio mi sono immediatamente recato alla Procura della Repubblica per sporgere denuncia».

Ma nelle motivazioni appaiono scioccanti alcune intercettazioni dello stesso presidente Rossi, che il gup (giudice per le udienze preliminari) ha allegato alla sentenza. Il governatore spiega che «il contenuto dell’intercettazione è chiarissimo: mi preoccupo che le Asl effettuino i mandati di pagamento perché, essendo questi la vera misura dello stato di salute dei bilanci, se vengono emessi in tempi corretti vuol dire che i bilanci vanno bene».

Nelle intercettazioni delle telefonate con l’allora assessore regionale alla Sanità, Daniela Scaramuccia, il presidente della Regione appare fuori dalle righe. Il 6 maggio 2012 dice testualmente: «Domani questi signori (i direttori generali delle Asl, osserva il gup chiosando il brano dell’intercettazione) devono tornare al lavoro e la prima cosa che si mettono a fare, oltre a verificare le consulenze, vedere anche i tempi di pagamento. Perché noi ci stanano su questo punto. Perdiamo credibilità anche sulla certificazione dei nostri bilanci». E ancora: «Voi preparate i mandati di pagamento perché io vi richiamo e vi appiccico al muro tutti. Vi mando a calci nel culo a casa tanto per esser chiari. E questa storia che noi stiamo soffocando l’economia a causa dei mandati di pagamento… a me ha rotto un po’ i coglioni, ecco, proprio ora basta» e «c’è un solo modo per dimostrare che tutto va bene (…) l’unico modo è pagare».

«Guarda – continua Rossi rivolgendosi sempre alla a Scaramuccia – su questa storia dei tempi di pagamento, in una settimana facendo lo straordinario, perché voglio fare una conferenza stampa con te, eh. Ma in una settimana». «Bisogna che stamani si sveglino presto come faccio io anche i direttori generali – aggiunge Rossi – Una bella telefonata e gli si dice: cari signori domani vi si fa la delibera e vi si manda i soldi. Detto di Massa e Massa e basta, perché poi il resto (…) milioni su Firenze. Però voi preparate i mandati di pagamento perché io vi richiamo e vi appiccico al muro tutti. Dopo tutte le geremiadi, perché come fare noi si può fare anche la delibera. E si farà la delibera… ma intanto loro domattina vanno lì e mettono a posto i mandati di pagamento, ecco. E in una settimana bisogna dire adesso paghiamo, punto. Io raga’…siccome siamo messi bene, ‘un capisco, … o riso’ truccati i bilanci, ma insomma sarebbe grave, ecco, mi sembrerebbe una cosa un po’ singolare, … c’è un solo modo per dimostrare che tutto va bene l’unico modo è pagare».

In un’altra intercettazione, sempre del maggio 2012, il presidente Rossi suggerisce alla assessore  Scaramuccia di «fare un colpetto a Pistoia» proponendo – scrive nella sentenza il gup – di riaprire i bilanci e pareggiarli con 500 mila euro. «…vabbè se parli di Firenze va su sette milioni va bene? Pareggi due. E Pistoia ce ne prendi cinque in testa, ‘un succede mica nulla…son quattro fuori, ma ne hai pareggiate dieci, e magari li recuperi distribuendo meno. Massa meno 55 (…) e questa è andata, la Asl di Lucca, se gli dai quello che gli devi dare, pareggia… Loro riaprono il bilancio e aggiustano 500 mila euro, sono in grado di governare 500 mila euro su 400 milioni… Tanto vale pareggiarla e poi sentiamo un po’. E poi invece su Massa cinque, su Pistoia cinque ce li butterei, e se si riuscisse a pareggiare tutto il resto anche magari nei trasferimenti togliendo 500 mila euro, che sembra poi comunque possono governare in sede di chiusura di bilancio».

E nell’ennesima telefonata intercettata al presidente Rossi – anche questa riportata nelle motivazioni alla sentenza che ha assolto Delvino -, emerge che pareggiare i bilanci delle Asl toscane è il modo per ottenere più soldi dal fondo Stato-Regioni. Cosi alla Scaramuccia suggerisce: «Ascolta, stavo guardando le chiusure dei bilanci 2011… che vanno bene, però volevo discutere… sulla definitiva – dice Scaramuccia a Rossi – Avremmo l’opportunità di fare chiudere tutte» le Asl della Toscana «in pareggio, tranne due. Però dobbiamo discuterlo assieme perché è delicata ovviamente… perché quest’anno più aziende chiudiamo in pareggio più soldi prendiamo».

Il mese delle intercettazioni, maggio 2012, è indicativo. Perché, guarda caso,  il 23 dello stesso mese,  «La Nazione», in un articolo a firma di Sandro Bennucci (allora redattore capo del quotidiano di via Paolieri e oggi direttore di FirenzePost), rivelò che l’assessore Daniela Scaramuccia aveva inviato a Rossi la lettera di  dimissioni. E lo stesso 23 maggio, intorno all’ora di pranzo, Rossi convocò una conferenza stampa insieme alla stessa Scaramuccia, confermando l’anticipazione data in esclusiva da Bennucci e annunciando la nomina del nuovo assessore: Luigi Marroni. Appare evidente, oggi, che le dimissioni della Scaramuccia possono essere ricondotte al vento di bufera che in quei giorni soffiava sulla giunta regionale e sull’assessorato alla Sanità.

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Ernesto Giusti


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