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Il ministro dell'Interno Alfano sarà il 30 luglio a Prato

Immigrazione, Alfano: nel 2015 numeri pari al 2014 (59.000 arrivi). Accolte solo il 50% delle domande di asilo

Il ministro Angelino Alfano
Il ministro Angelino Alfano

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervenendo in Commissione Affari costituzionali al Senato, impegnata in una indagine conoscitiva sul fenomeno dell’immigrazione, ha resi noti i dati ufficiali di quest’anno. A detta del Ministro gli arrivi nei primi 5 mesi non sarebbero stati significativamente superiori rispetto al 2014 (che era già un anno record), ma soltanto la metà delle domande dei richiedenti asilo è stata accolta, segno che la quota dei migranti economici resta elevata. Il Ministero ha già predisposto un piano per una più equa distribuzione dei migranti sul territorio nazionale e sta cercando luoghi idonei per installare hub regionali destinati a gestire un numero elevato di migranti, anche ai fini della loro identificazione.

MIGRANTI – “Dall’inizio dell’anno sono arrivati sulle nostre coste “59.606 migranti in 428 eventi di sbarco; l’anno scorso nello stesso periodo i migranti arrivati, nel corso di 375 eventi di sbarco, erano stati 59.522″. Riguardo alla nazionalita’ – ha spiegato Alfano – i migranti arrivati quest’anno sono il 25% eritrei, il 10% nigeriani, il 9% somali e il 7% siriani. Resta altissimo, il 92%, la percentuale di barconi partiti dalla Libia, risultato della perdurante instabilita’ politica di quel paese”.

OSPITI – Riferisce Alfano: “Sono 78 mila i migranti ospitati in Italia, tra strutture di accoglienza temporanea (48 mila), sistema di accoglienza per richiedenti asilo (20 mila) e centri governativi (10 mila), e il governo è impegnato “a garantire una più equa ripartizione tra le regioni, per minimizzarne l’impatto e favorire il percorso di integrazione”. Il sistema, ha proseguito Alfano, “è in via di rimodulazione, si sta programmando la realizzazione degli ‘hotspots’ in alcuniporti chiave dove concentrare gli arrivi e fare un primo screening sanitario e l’identificazione”. Gli attuali Centri per richiedenti asilo (Cara), ha aggiunto, “muteranno funzione in hub regionali per gestire numeri elevati: qui i migranti potranno formalizzare la domanda di protezione, per poi essere inviati verso le strutture di seconda accoglienza”. Per il sistema Sprar è stato deciso un aumento della capacità di accoglienza di 1.600 posti. Nei 5 Centri di identificazione ed espulsione (Cie) si sono registrate 2.162 presenze, per 1.121 è stato disposto il rimpatrio. I Cie, ha sottolineato il ministro, “rimangono necessari per gestire gli irregolari, non occorre pensare al loro superamento ma ad una revisione del funzionamento”.

ASILO – “Quest’anno le istanze di asilo già esaminate dalle Commissioni territoriali competenti sono state 22.666, il 49% in piu’ rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per la seconda meta’ dell’anno, ci aspettiamo risultati ancora piu’ significativi, visto che le Commissioni, aumentate di numero, stanno lavorando a pieno ritmo”, ha proseguito il ministro, ricordando che dei richiedenti che da gennaio hanno visto esaminate le loro domande “il 6% si e’ visto riconoscere lo status di rifugiato, il 18% ha ottenuto la protezione sussidiaria e il 25% la trasmissione al questore per il permesso di soggiorno umanitario, il 48% ha avuto il diniego alla protezione internazionale. Le archiviazioni per irreperibilità del richiedente sono state il 3%”.

UE – Quanto al ruolo dell’Unione europea il Ministro auspica che “il meccanismo di ricollocamento di richiedenti asilo dall’Italia in altri Paesi europei (24mila in due anni, ndr) sia vincolante e obbligatorio e non su base volontaria. Vogliamo che l’Europa faccia l’Europa e prenda su di sé questo carico: puntiamo anche ad un numero più alto di ricollocamenti. Ci aspettiamo che già a luglio avvenga la ricollocazione di migranti (24mila via dall’Italia in due anni) previsti dall’Agenda Juncker sull’immigrazione e che sia attuata una efficace politica dei rimpatri: il meccanismo funziona solo se i rimpatri funzionano e l’Europa deve supportarci in questo”.

CIR – Nel frattempo Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) ci ha fatto conoscere la provenienza dei richiedenti asilo.  In Europa nei primi tre mesi dell’anno sono state presentate 185 mila richieste di asilo nei paesi Ue (dati Eurostat): la metà provengono da kosovari, siriani e afgani. L’aumento è dell’ 86% rispetto allo stesso periodo del 2014. Oltre il 50% delle domande sono state presentate in Germania (40% del totale) e Ungheria (il 18%). Al terzo posto l’Italia con poco più dell’8% del totale.

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