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Uno dei Mas come quelli utilizzati nell'impresa di Alessandria d'Egitto

Torre del Lago: morto a 103 anni Emilio Bianchi, l’ultimo eroe di Alessandria d’Egitto

Uno dei Mas come quelli utilizzati nell'impresa di Alessandria d'Egitto
Uno dei Mas come quelli utilizzati nell’impresa di Alessandria d’Egitto

TORRE DEL LAGO (Lu) – Lutto nella Marina Militare per la scomparsa di Emilio Bianchi, medaglia d’oro al valor militare e ultimo superstite dell’eroica impresa di Alessandria d’Egitto durante la seconda guerra mondiale. Aveva 103 anni ed è morto ieri 15 agosto nella sua casa a Torre del Lago dove viveva.  I funerali si svolgeranno a Torre del Lago domani lunedì 17 agosto alle 16 presso la chiesa di San Giuseppe.

L’allora 2° Capo Palombaro Bianchi era tra i sei marinai del sommergibile «Scirè», che nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941, riuscì – a bordo di tre «Mas» i siluri a lunga corsa chiamati «maiali» – riuscirono a penetrare all’interno del sorvegliatissimo porto di Alessandria d’Egitto e a provocare l’affondamento delle corrazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth e a danneggiare altre unità delle flotta britannica.

Colpito da intossicazione di ossigeno durante le cinque ore di immersione nell’azione, l’allora Bianchi fu costretto a risalire a galla. Scoperto e arrestato dalle sentinelle di bordo, insieme al suo Comandante (l’allora Tenente di Vascello Luigi Durand De la Penne, cui oggi è dedicato un cacciatorpediniere della Marina) fu rinchiuso in un locale della nave inglese, perché entrambi si rifiutarono di indicare dove erano state posizionate le cariche esplosive. Al tempo stesso i due italiani dissero agli ufficiali inglesi di far evacuare il proprio equipaggio, perché di lì a poco la nave sarebbe esplosa. Cosa che in effetti avvenne provocando l’affondamento dell’unità, ma consentendo comunque ai due marinai italiani di riuscire a mettersi in salvo.

 

La motivazione ufficiale della Medaglia d’Oro al Valor Militare

«Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l’audace operazione compiuta. Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all’ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell’avversario». Alessandria d’Egitto, 18-19 dicembre 1941.

 

marina militare


Sandro Addario

Giornalista

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