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Dipendenti comunali: hanno perso 740 euro in 5 anni per il blocco dei contratti

cgil

ROMA – I dipendenti pubblici sono stati da sempre nel mirino del governo Renzi, che non perde occasione per denigrare questa categoria e per costringerla a tirare la cinghia. La contrattazione bloccata da quasi sei anni, condannata da una sentenza della Corte costituzionale, ha fatto sì che le buste paga, ad esempio, dei dipendenti comunali siano diventate sempre più leggere. Maestre, polizia locale, amministrativi e altro ancora hanno registrato un calo del salario tra il 2010 e il 2014 di circa il 2,5%, per una cifra in meno nelle tasche pari a -740 euro. È quanto risulta da un’analisi condotta dalla Fp Cgil Nazionale sui dati del Conto annuale dello Stato tra le città capoluogo di regione. Un rapporto che, oltre ad analizzare la parte salario, accende un faro sull’andamento dell’occupazione, crollata anche questa negli ultimi cinque anni, sempre per i dipendenti dei comuni presi in esame, del -8,5%, ovvero circa 8.400 in meno.

Dai dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, la Fp Cgil Nazionale ha estratto i numeri, sul salario e sull’occupazione, dei dipendenti impiegati in 17 comuni capoluogo di regione. Ne esce fuori un quadro dominato dal segno meno, sia sulle voci che compongono la busta paga, sia sull’andamento dell’occupazione. Voci che, se viste in parallelo, fanno emergere uno scarto con quanto prevedeva il decreto legge 78 del 2010 , cd. Tremonti, e cioè la proporzionalità tra riduzione del salario accessorio (che ha segnato una flessione complessiva del -15,69%) e la riduzione del numero degli addetti (calata del -8,52%) che in questi anni non si è registrata.

L’andamento della retribuzione complessiva degli addetti dei comuni presi in esame è calata, nei cinque anni tra il 2010 e il 2014, del -2,48% passando da una media di 29.767 euro l’anno a una media di 29.028 euro, il tutto per un taglio in busta paga di 738,60 euro in meno. A determinare questo crollo ha inciso principalmente, secondo il report Fp Cgil, la voce “salario accessorio” che, nel corso dei cinque anni, è diminuita complessivamente del 15,69%, ovvero circa 80 milioni in meno tra i 509 milioni stanziati nel 2010 e i 429 milioni del 2014. Da questa elaborazione, sottolinea il rapporto, «escono fuori dati estremamente preoccupanti perché al calo del potere d’acquisto corrisponde, infatti, un ulteriore calo della retribuzione».

«I dati confermano e rafforzano l’azione risarcitoria lanciata dal Codacons a tutela dei lavoratori del settore pubblico» commenta il Codacons, sottolineando che «i dipendenti dei vari Comuni d’Italia hanno subito un progressivo impoverimento a causa di un blocco illegittimo degli stipendi che la Corte Costituzionale ha bocciato in pieno» e pertanto «possono chiedere un indennizzo da `attività legittima´ dello Stato che ha bloccato per 6 anni la contrattazione e, contestualmente, possono chiedere un vero e proprio risarcimento per inadempimento dell’obbligo per il periodo successivo alla pubblicazione della sentenza». Si tratta, spiega l’associazione, «di un’azione risarcitoria collettiva – e non di una class action in senso stretto – lanciata nelle settimane scorse dal Codacons, alla quale possono aderire tutti i dipendenti pubblici».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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