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Migranti: passa a Palazzo Chigi la cabina di regia, una task force Interno – Esteri – Difesa

Palazzo Chigi, sede del Governo italiano
Palazzo Chigi, sede del Governo italiano

ROMA – Una «cabina di regia» a Palazzo Chigi per gestire l’emergenza immigrazione. Una struttura della presidenza del Consiglio che coordini gli interventi in materia di accoglienza e gli accordi bilaterali con i Paesi di origine dei profughi, per avviare progetti di sviluppo e rimpatriare chi non ha diritto di restare nel nostro Paese. L’obiettivo è portare la competenza sulla materia sotto la supervisione diretta di Palazzo Chigi, affidandola a una task force fra i ministeri dell’Interno, Esteri e Difesa. Il progetto, gestito dalla presidenza del Consiglio, prevede la separazione delle funzioni di controllo e quelle di accoglienza con la creazione di due nuove strutture. E stabilisce anche competenze specifiche per la sottoscrizione degli accordi bilaterali con i Paesi africani. L’ultimo incontro riservato, per organizzare e definire il passaggio di competenze dal ministero dell’Interno a Palazzo Chigi, è avvenuto lo scorso 7 settembre.

TASK FORCE – Già nei prossimi giorni potrebbe essere individuata la persona che sarà chiamata a dirigere quella che nelle intenzioni del premier dovrà essere una vera e propria task force formata da esperti di Interno, Esteri e Difesa. Sarà un politico o un burocrate? O un burocrate politicizzato, come ne stanno fiorendo molti nell’epoca renziana. Si affiancherà alla nuova squadra voluta dal ministro Angelino Alfano e posta alle sue dirette dipendenze per effettuare controlli continui e costanti sui Centri di accoglienza per i rifugiati e su quelli per l’identificazione di chi invece deve essere espulso. E proprio il titolare del Viminale dice: «Stiamo ripensando il sistema dell’accoglienza con un modello accentrato visto che in sei anni siamo passati da una dichiarazione di stato di emergenza per 30 mila persone a un iter ordinario per quasi 160 mila stranieri». L’accoglienza è un capitolo che costa un miliardo di euro l’anno, finora completamente gestito dal Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale, diretto dal prefetto Mario Morcone, autore della inascoltata proposta di dare il lavoro agli immigrati prima che agli italiani, che con la nuova struttura perderà peso e poteri.

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ACCOGLIENZA – Il piano prevede che sia una struttura interministeriale, Interno-Esteri-Difesa, sotto la diretta supervisione di Palazzo Chigi, a occuparsi dell’accoglienza e dei nuovi accordi bilaterali con i paesi africani. La questione non è di poco conto: la gestione dei migranti è costata finora 800 milioni di euro, 600 sono stati accantonati con la Legge di Stabilità, ma il prezzo da pagare a piccole e grandi associazioni, il 31 dicembre, raggiungerà un miliardo di euro. Una materia che Palazzo Chigi ha deciso di gestire direttamente.

SPRAR – L’organizzazione sul sistema Sprar (servizio di protezione centrale per i richiedenti asilo) al quale prendono parte anche i comuni, è ancora in via di definizione. Il dicastero, guidato da Roberta Pinotti, dovrebbe coordinare la distribuzione dei migranti nelle caserme, portando avanti il progetto già in atto, che ha visto l’adeguamento di molti edifici, in quattordici regioni italiane, per ospitare i richiedenti asilo.

ACCORDI – Altro capitolo, sempre di competenza della nuova struttura, riguarda gli accordi bilaterali, indispensabili per la riammissione nei paesi di origine dei migranti che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiato e per ottenere una diminuzione delle partenze. Un fronte che impegnerà le diplomazie, ma che riguarda anche la protezione dei confini nazionali, con un ruolo di primo piano dei ministeri degli Esteri e della Difesa. La fase successiva, quella della riammissione invece, continuerà a essere gestita dal Viminale.

CONTROLLI – Il piano prevede anche un’intensificazione dei controlli, sia nei centri di accoglienza destinati ai richiedenti asilo, sia nei Cie, dove vengono ospitati i cosiddetti “migranti economici”, in attesa di essere riammessi nei paesi di origine. Sarà creata una task force che effettuerà controlli periodici in tutte le strutture e dipenderà direttamente dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Una misura che, da una parte, punta a rassicurare i partner europei rispetto alle verifiche sui migranti e, dall’altra, controlli la buona gestione dei centri di accoglienza o in quelli di identificazione ed espulsione, da parte di associazioni e cooperative che abbiano vinto le gare.

RENZI – Renzi, dopo la delusione, prevedibile, del vertice di Bratislava, lo sfogo contro l’asse Merkel – Hollande – che naturalmente fanno i loro interessi e hanno escluso il rottamatore dalle decisioni e dalla conferenza stampa finale – cerca di correre ai ripari e di porre un freno (almeno così si spera) alla politica di accoglienza sfrenata sostenuta dall’asse Vaticano – Boldrini – Associazioni benefiche interessate. Per cercare di ridurre gli esborsi miliardari e di contenere il peso sociale della distribuzione di centinaia di migliaia di migranti nel nostro Paese. Nel 2016 finora sono sbarcati in Italia quasi 130.000 migranti e le strutture di accoglienza sono ovunque al collasso. Occorre trovare un rimedio alla svelta, perché – grazie anche all’incapacità dell’Unione Europea e al disinteresse di molti Stati membri – il fenomeno sta esplodendo sempre più e Italia e Grecia ne subiscono pesanti conseguenze negative.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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