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Giustizia: l’Associazione magistrati minaccia nuove proteste e chiede un incontro urgente a Renzi e a Orlando

Magistrati di Cassazione
Magistrati di Cassazione

ROMA – Toghe in fermento: l’Associazione nazionale magistrati ha chiesto un incontro urgente al presidente del consiglio Matteo Renzi e al guardasigilli Andrea Orlando, sulle modifiche al dl 168 del 2016, che prevede misure per l’efficienza degli uffici giudiziari. Tra cui cambiamenti all’età pensionabile dei magistrati, e sugli investimenti nella giustizia; altrimenti i magistrati annunciano di essere pronti alla protesta. Il Comitato direttivo centrale, infatti, con una nota fa sapere che “alla luce del dibattito e di quanto emerso nel corso della riunione di oggi con i dirigenti degli uffici giudiziari, delibera all’unanimità di richiedere un incontro urgente congiunto con il Presidente del consiglio dei ministri e con il ministro della Giustizia, avente ad oggetto le proposte di modifica del d.l. 168/2016 e le concrete future prospettive relative agli investimenti sulla giustizia”.

Inoltre “delibera di attivare subito un’interlocuzione con le altre categorie del comparto giustizia per valutare ogni utile ed eventuale iniziativa riguardante la cronica carenza di risorse”. E “fissa una riunione del Cdc per il 14 ottobre 2016, alle ore 18, al fine di decidere in ordine alle più opportune iniziative di protesta da adottare”.

Il Presidente dell’Associazione, Piercamillo Davigo ha affermato: «È un momento molto difficile. La situazione è grave ed e’ vicina al punto di rottura. Qui è stato dato atto che il ministro della Giustizia si e’ dato da fare, c’è un’inversione di tendenza ma le iniziative sono del tutto insufficienti. Do atto delle buone intenzioni ma devo ricordare che la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Sono inaccettabili i giochi di prestigio, il fumo negli occhi. A cominciare dal drastico taglio dell’età pensionabile con lo slogan ‘largo ai giovani’ ma dove sono questi giovani? Siamo qui per lanciare un allarme, per dare modo al comitato direttivo centrale di avere una conoscenza ancora più dettagliata delle problematiche direttamente dai capi degli uffici. Abbiamo ricevuto segnalazioni drammatiche dai capi degli uffici: quale azienda potrebbe funzionare con una scopertura dell’organico del 50%?. Con le carenze che ci sono ci sono alcuni capi ci dicono che non sono sicuri di garantire l’apertura degli uffici al pubblico. Se catastrofe sia, deve essere chiaro che non dipende da noi e che vogliamo fare tutto il possibile per evitarla.»

Ci risiamo, con qualunque governo, non solo con l’inviso Berlusconi, i magistrati protestano sempre e comunque, soprattutto quando vengono toccati alcuni loro privilegi. Ma lo fanno con motivazioni inattaccabili, per la difesa dell’organizzazione della giustizia e per la tutela della loro indipendenza. Dimenticando che forse dovrebbero onestamente riconoscere che le falle e l’inefficienza del sistema sono un po’ anche colpa loro.

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