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Manovra: per l’Ue la risposta italiana non sarebbe sufficiente. Continua il dialogo

BRUXELLES – Le reazioni non ufficiali degli ambienti della Commissione Ue in merito alla risposta italiana non sono esattamente entusiastici, anzi il contenuto della lettera di Padoan ha destato molte perplessità, se non addirittura irritazione. «Non è esattamente quello che ci aspettavamo». A prima vista, la lettera inviata da Padoan al commissario Pierre Moscovici e al vicepresidente Valdis Dombrovskis non contiene quello che i due avevano richiesto con la loro missiva del 17 gennaio scorso.

La lettera di Bruxelles sollecitava l’invio di «un elenco sufficientemente dettagliato di impegni specifici e un chiaro calendario per la loro adozione». Più volte, nei giorni scorsi, diverse fonti avevano avvertito: «Non ci accontenteremo di impegni generici». E le due pagine e mezza scritte dal Tesoro sembrano invece rientrare in questa categoria. Le fonti assicurano che il documento dedicato ai “Fattori rilevanti” «verrà analizzato nei dettagli», ma le aspettative erano altre.

È ancora presto per prevedere l’esito finale di questa partita. Il mantra che risuonava negli uffici in questi giorni è che «arrivati a questo punto i numeri non lasciano molti spazi per orientamenti alternativi». Ma è anche vero che Jean-Claude Juncker rimarca sempre con orgoglio di guidare una Commissione politica. Per questo c’è la possibilità che, alla fine, il giudizio non sia frutto di un mero calcolo contabile. Quindi cosa potrebbe succedere ora?

Non è prevista una lettera di risposta da parte della Commissione, ma un segnale arriverà sicuramente il 13 febbraio. Quel giorno l’esecutivo Ue pubblicherà le sue previsioni economiche invernali per la zona euro. Dalle cifre che indicherà nella tabella per l’Italia, in particolar modo nelle righe riservate al debito pubblico e al deficit strutturale, si capirà se le promesse contenute nella lettera inviata ieri dal Tesoro saranno ritenute credibili o meno. Dopodiché ci sarà l’atteso report sul debito e il rapporto-Paese, atteso verso la fine di febbraio. Se la Commissione non dovesse essere soddisfatta, e dunque ritenesse il bilancio italiano non conforme alle regole di finanza pubblica, l’apertura di una procedura sarebbe inevitabile.

Nel frattempo sono continuano i contatti tra Pier Carlo Padoan e la Commissione, in particolare con Pierre Moscovici.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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