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Manovrina: si studiano le misure per reperire i 3,4 miliardi di euro imposti dalla Ue

BRUXELLES – Tutto è possibile, non c’è ancora nulla di definito. Ma di certo non ci sarà l’aumento delle accise sulla benzina: così una fonte di governo descrive lo stato dell’arte sugli interventi che l’esecutivo sta studiando per recuperare i famosi 3,4 miliardi (lo 0,2% del pil) che Bruxelles chiede a Roma di mettere ulteriormente sul piatto per
salvaguardare l’equilibrio dei conti, richiesto dalla Ue. Le ipotesi tecniche sono già state tutte fatte – spiega la fonte – ora bisognerà decidere su quale procedere.

Il governo è pronto a dare le risposte che Bruxelles si attende, ma senza accelerazioni. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il premier Paolo Gentiloni hanno definito la linea da tenere con la Commissione: l’esecutivo è pronto a fare la mini-manovra richiesta dall’Ue – che impone di aggiustare i conti pubblici per un importo pari allo 0,2% del Pil, vale a dire 3,4 miliardi di euro – ma per ora non svela il dettaglio delle misure e sul calendario per la loro adozione, anche se indiscrezioni sono filtrate da ambienti governativi.

I tempi dell’intervento italiano potrebbero dilatarsi rispetto alle richieste dei commissari Ue ed arrivare a ridosso della presentazione del prossimo Documento di Economia e Finanza. Il rischio per l’Italia è quello d’ incappare nella censura Ue ed essere sottoposta a procedura di infrazione. Il tutto con un aggravio notevole di costi soprattutto sul fronte dei tassi.
Si pensa innanzitutto d’intervenire sugli sconti fiscali, bloccandoli da una certa soglia di reddito in su, con un risparmio valutato in circa 300-500 milioni. E altri fondi arriverebbero da un appesantimento del prelievo sui giochi e da un rincaro della base d’asta per la gare della concessione del Superenalotto.

Ma tutto questo non sarebbe sufficiente e si studiano altre misure adatte a sostituire un aumento di accise e imposte indirette quantificate nelle stesse lettere del Governo a Bruxelles in circa 1,5 miliardi. Il resto del pacchetto per la manovrina sui conti arriverebbe da un ampliamento del raggio di azione dello split payment (cui saranno sottoposte
anche le partecipate pubbliche) che dovrebbe portare circa 1 miliardo, mentre da riduzioni di spesa dovrebbero arrivare 8-900 milioni. Da un lato si agirà sulle misure di spending, anche se è di difficile attuazione in corso d’anno,
dall’altro si pensa ad altre ipotesi, come quella di alzare la tassa sulle grandi vincite (Superenalotto) o alzare ancora l’accisa solo sui tabacchi, anche se da sole non porterebbero risorse sufficienti. Alla ricerca di soluzioni si starebbe valutando anche di rispolverare un vecchio capitolo rimasto inevaso della delega fiscale, quello del riordino della
fiscalità energetica e ambientale.
Mercoledì 22 febbraio arriverà l”atteso rapporto sul debito e il rapporto paese, stilato dall’Ue, che tornerà a puntare il dito, tra l’altro, sui problemi delle banche e sul ritardo di competitività. Per l’Italia si attende la pubblicazione del rapporto, denominato 126.3 dall’articolo del Trattato sulle procedure per chi sfora il Patto di stabilità. E’ il documento che, analizzando l’andamento dei conti, certificherà la violazione da parte dell’Italia della regola del debito, quella che obbliga tutti i paesi col debito superiore al 60% ad un percorso di rientro di almeno un ventesimo dell”eccedenza all”anno. L’arrivo del rapporto sul tavolo della Commissione è già stato inserito all’ordine del giorno della riunione del Collegio dei Commissari di mercoledì, assieme ad una multa all’Austria per irregolarità nelle
statistiche.

E dopo sapremo quali saranno gli interventi che la Ue adotterà nei confronti del nostro paese.

Governo, manovrina, padoan, renzi, ue


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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